Gli gnocchi sono uno dei piatti più conosciuti al mondo: sono molto semplici da preparare e si adattano facilmente ad ogni tipo di condimento, a seconda dei gusti. Ci sono diverse varianti: quelli con la farina di frumento, di riso, di semola, con le patate, il pane secco, il semolino, con la farina di mais, con la zucca. Vengono preparati in tutte le regioni d’Italia.
I più conosciuti e apprezzati sono quelli di patate. Hanno origini molto antiche, che risalgono al XVI secolo, periodo in cui ebbe inizio l’importazione delle patate dall’America.
Sicuramente l’invenzione di questa ricetta è da attribuirsi ai sorrentini. Gli gnocchi alla sorrentina fanno infatti parte della tradizione alimentare costiera.
La loro particolarità consiste nella scelta dei pomodori, della mozzarella e del basilico fresco del posto che conferiscono un sapore unico. Tutti ingredienti difficilmente reperibili in altre regioni.
Presso la corte sforzesca, in occasione dei banchetti di nozze e/o dei festeggiamenti per le vittorie militari, erano conosciuti sotto il nome di“zanzarelli”. La preparazione era abbastanza diversa da quella odierna: si usava la mollica di pane, le mandorle tritate, il latte ed il cacio lodigiano. Spesso, all’impasto, venivano aggiunti spinaci in modo da cambiarne il colore ed il sapore ed in questo modo il brodo in cui venivano cotti diventava dorato. Tutto ciò era simbolo di ricchezza della casa.
Nel Seicento erano chiamati “malfatti”: la ricetta prevedeva l’utilizzo dell’acqua, delle uova e della farina invece delle mandorle e del pane.
A Roma, secondo la tradizione, venivano cucinati di giovedì: un detto popolare diceva così: “Giovedì gnocchi, Venerdi pesce (o anche “ceci e baccalà”), Sabato Trippa”. Al Sud invece, soprattutto in Campania, il giorno in cui venivano preparati secondo tradizione era la domenica.
Dal 1880 in poi quasi tutte le varianti degli gnocchi scomparvero, ad accezione di quelli di patate, che venivano preparati in tutte le regioni d’Italia.