L'acido desossiribonucleico, più comunemente detto DNA, è da sempre presentato sui libri di scuola e nella scienza mondiale come il massimo comune denominatore nella maggior parte degli organismi viventi. Il DNA è, in sintesi estrema, un dono straordinario ed ancora per la maggior parte sconosciuto alla scienza ed all'umanità. In esso è contenuta ogni informazione possibile: dal carattere alla fisionomia, dal comportamento alle attitudini più svariate. In parole povere, tutto in noi è DNA. In ogni singola cellula del nostro corpo è presente, per una lunghezza che può teoricamente raggiungere i due metri. Ha una struttura particolare, definita a doppia elica e scoperta da Crick e Watson nel 1953 circa. Se srotolata, può teoricamente raggiungere una lunghezza enorme. Sommando tutte le molecole di DNA srotolate nel corpo umano si potrebbe raggiungere una lunghezza impressionante: circa 20 milioni di chilometri. Pensando alla distanza media Terra-Luna pari a 385mila chilometri, si trova che con tutte queste molecole magiche sarebbe possibile percorrere circa 52 volte il percorso verso il nostro unico satellite. Il DNA è ancora oggi tanto misterioso quanto magico, sotto moltissimi punti di vista. Ha in sè un qualcosa di divino, di scientificamente o religiosamente attraente. In termini scientifici, tuttavia, i suoi mattoni sono fondamentalmente quattro: adenina, timina, citosina e guanina. In casi più rari, anche l'uracile può contribuire a realizzare la magia. Queste quattro parti, legandosi tra loro con un ordine variabile e mai fissato, descrivono la straordinaria varietà di specie, comportamenti e fisionomie che è rintracciabile nel mondo. Sono solo queste quattro/cinque componenti base a descrivere appieno e profondamente ciò che siamo? Sui libri di scuola, anche giustamente non al passo costante con il progresso tecnico-scientifico, queste basi sono descritte come le sole a plasmare integralmente tutto il patrimonio e la diversità esistenti. La scienza, tuttavia, sembra muovere qualche passo oltre a questa semplice mappatura. Una ricerca online pubblicata da Science e citata da Lescienze ne chiama in causa, invece, ben otto differenti. Le ultime due chiamate in causa sono la 5-formilcitosina e la 5-carbossilcitosina, aventi (sembra, nds) un ruolo importante nella riprogrammazione delle famose cellule staminali. La stessa scienza impone, di pari passo al ventilare certe scoperte, anche un grande pragmatismo nel saperle giudicare per ciò che attualmente sono: "Prima di poter cogliere appieno il significato di questa scoperta, dobbiamo capire la funzione di queste nuove basi", è l'opinione di Yi Zhang dello Howard Hughes Medical Institute dell'University of North Carolina che ha diretto lo studio. E' importantissimo pertanto segnare passo e distinzione con l'avanzare della ricerca, la sola capace di fare luce su un mistero e miracolo così grandemente sconosciuto. Quali i traguardi potenzialmente raggiungibili? Stando alle parole dell'esperto, si tratta di enormi benefici ancora (purtroppo) solo teorici:
"Dato che queste basi rappresentano uno stato intermedio nel processo di demetilazione, potrebbero essere importanti per la riprogrammazione del destino delle cellule e per il cancro, che coinvolgono entrambi la demetilazione del DNA."
Le ultime due basi teorizzate si affiancano alle altre due relativamente nuove: 5-metilcitosina e 5-idrossimetilcitosina. La settima e l'ottava base di questo straordinario DNA sembra siano state scoperte quasi casualmente, in un percorso relativo ad applicazioni pratiche su quinta e sesta appena citate. Quali i traguardi potenziali di questa scoperta? Basti riprendere la parte finale del relativo articolo tratto da LeScienze:
"[...]La scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per la ricerca sulle cellule staminali, in quanto potrebbe fornire ai ricercatori nuovi strumenti per cancellare dalle cellule adulte le strutture di metilazione adatte, e riprogrammarle. Si potrebbero avere anche conseguenze sulla ricerca sul cancro, in quanto il controllo di questi processi potrebbe offrire la possibilità di riattivare i geni oncosoppressori silenziati dalla metilazione del DNA."
Si aprirebbero, quindi, possibilità straordinarie per la cura e la ricerca di soluzioni per malattie oggi inguaribili o difficili da sconfiggere. Sarebbe possibile correggere gli errori nelle cellule, migliorando la nostra qualità di vita presente e futura? Il mistero rimane qui, capace ogni tanto di mandarci qualche sporadica luce. Per il resto, chiamare straordinarie scoperte come questa è poco. Ai lettori l'arduo compito di cercare parole adatte.