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Storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA per Nazioni – Anni 2000

Creato il 08 maggio 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato
Gli anni novanta sono stati tutta una rivoluzione geopolitica e sportiva. Nel calcio abbiamo assistito a coppe che muoiono e coppe che nascono. Quelle che restano hanno cambiato forma per tenersi al passo coi tempi, favorendo nel contempo gli interessi dei grandi club e gli introiti degli stessi e dell’Uefa. Ed esperimento dopo esperimento e trattativa dopo trattativa, nel 1999-2000 è partita la Champions League per come la conosciamo adesso.   E’ tempo quindi di dedicarci al decennio scorso per vedere cosa è accaduto e come le varie federazioni hanno reagito a queste storiche riforme, tenendo sempre al centro di tutto il Ranking Uefa e la sua storia.    

2000-2001

Storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA per Nazioni – Anni 2000   La Spagna mostra un dominio che rivedremo molte altre volte in questo decennio. Perde sì la Champions League a vantaggio del Bayern Monaco, ma porta in finale il Valencia che capitola solo ai calci di rigore, perdendo la sua seconda finale consecutiva. Il Real Madrid che sta diventando Galactico capitola invece in semifinale per mano dei futuri campioni. In Coppa Uefa il copione si ripete. L’Alavez perde in finale ed il Barcellona in semifinale per mano del Liverpool che si aggiudicherà la coppa facendo da traino all’Inghilterra che conquista il terzo posto nel ranking e la quarta squadra in Champions per il 2002-2003. L’Italia si conferma seconda dopo una stagione complessivamente al di sotto delle aspettative.

 

    2001-2002
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  Ancora la Spagna a farla da padrona, conquistando il primo posto nella classifica a punti dei coefficienti annuali così come nel ranking quinquennale. Il Real Madrid degli ormai Galacticos a tutti gli effetti vince la Champions in finale col Bayer Leverkusen, sbattendo fuori in semifinale i rivali di sempre del Barcellona. L’Italia chiude un’altra stagione deludente rispetto alle aspettative portando in semifinale Uefa le due milanesi: Inter e Milan. Ad aggiudicarsi la coppa sarà a sorpresa il Feyenoord. Sorprende il sesto posto raggiunto nel ranking dalla Grecia che ha nel Panathinaikos, giunto ai quarti i Champions, il proprio fiore all’occhiello.

 

      2002-2003
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  L’Italia vince la classifica stagionale a coefficienti e mantiene il secondo posto. I punti di vantaggio rispetto all’Inghilterra però si riducono sensibilmente. Dominiamo la Champions League in lungo e in largo. La finale tra Milan e Juve è risolta a favore dei primi ai rigori. In semifinale i rossoneri avevano battuto i cugini nerazzurri dell’Inter grazie ai goal in trasferta. La Lazio in Coppa Uefa ha un ultimo sprazzo di grandezza e agguanta la semifinale. In finale il Porto supera il Celtic Glasgow permettendo alle proprie federazioni di salire rispettivamente al settimo e nono posto del ranking. Il Porto è guidato da un tecnico di Setubal che finirà col far parlare spesso di sé in futuro. Un certo Josè Mourinho. La Spagna resta prima e inattaccabile.
  2003-2004
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    L’Uefa aggiusta la forma della Champions League ed annulla il secondo girone, quello che fungeva da ottavo di finale, per tornare alla più classica formula con sfide di andata-ritorno tra due squadre. Una riforma ottima per lo spettacolo visto  che l’esperimento dei due gironi consecutivi aveva reso la competizione troppo lunga e con molte partite prive di reale interesse. Da quest’anno e salvo poche e eccezioni, le formazioni italiane inizieranno a bistrattare la Coppa Uefa. Non fornendo il massimo dell’impegno in certi casi, schierando addirittura ragazzi della primavera con la triste scusa di farli crescere e poterli valorizzare. Il ranking inizia a risentirne ma a quanto pare nessuno sembra accorgersene. Nel frattempo scivoliamo in terza posizione, superati dall’Inghilterra, dato che la stagione è tutt’altro che fortunata anche in Champions League, dove uno dei Milan più belli di sempre viene fatto fuori ai quarti dal Deportivo La Coruna. E’ una stagione pazza dove in finale arriva chi ha sbagliato meno, cogliendo ogni opportunità possibile. E così Josè Mourinho guida il Porto alla vittoria dell’ex coppa Europa battendo il Monaco di Didier Deschamps. La Francia perderà anche la finale di Coppa Uefa perché il Marsiglia verrà superato dal Valenciache riesce finalmente a conquistare un trofeo internazionale affermando ancor di più il calcio spagnolo come leader del movimento europeo.     2004-2005
Storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA per Nazioni – Anni 2000
  Anche quest’anno l’Uefa apporta alcune modifiche alle proprie creature. Anzitutto cambiano i punti bonus in Champions League. Viene riconosciuto un punto bonus a chi raggiunge ottavi di Champions, mentre la qualificazione al girone (i sedicesimi di finale) permetterà da questa stagione di incassare tre punti extra. L’Uefa non ricalcola però le stagioni precedenti, al contrario di quanto era stato fatto in passato. Cambia e diventa sempre meno interessante e ai limiti dell’incomprensibile la formula della Coppa Uefa, che dopo un turno iniziale con l’eliminazione diretta, vede un girone a cinque squadre ma con gare di sola andata e poi un ritorno alla formula classica delle coppe. Il risultato è una finale tra CSKA Mosca e Sporting Lisbona svolta nel disinteresse più totale degli appassionati. La vittoria permette però alla Russia di tornare nella top 15, precisamente al tredicesimo posto. Una classifica di cui fa parte da qualche anno anche l’Ucraina. L’Inghilterra vince la stagione e si avvicina alla Spagna, tallonata dall’Italia. E a suggellare la buona annata delle anglo-italiane arriva la finale di Champions tra Liverpool e Milan, vinta dai primi ai rigori dopo essere andati al riposo con i rossoneri avanti per 3-0.     2005-2006
Storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA per Nazioni – Anni 2000
  L’Italia ha un balzo d’orgoglio e torna seconda superando l’Inghilterra, che fatica a “confermare” i punti scaduti cinque anni prima. I gironi, fornendo molte partite ed in ben due competizioni, iniziano ad avere un ruolo essenziale per ben figurare nel ranking. Così, non sempre portare in fondo quante più formazioni possibili è sinonimo di posizioni scalate. Ed i figli della regina Elisabetta ne sono la più candida dimostrazione. Portano in finale delle due coppe Arsenal e Middlesbrough ma terminano la singola annata al quarto posto. Da segnalare che, caso unico nella storia della Champions League, l’Inghilterra partecipa alla competizione con cinque squadre a causa di un vuoto normativo: la federazione inglese (a differenza delle altre) nel regolamento non prevedeva il caso in cui una squadra potesse vincere la Champions League e non arrivare fra le prime quattro nella Premier League (come accaduto al Liverpool), andando così in conflitto con la normativa Uefa (che verrà abrogata dalla stagione 2015/16) che vieta l’ingresso di più di quattro squadre per nazione nella coppa principale e al tempo non specificava l’obbligo per le federazioni di assegnare un posto alla detentrice della competizione (obbligo che verrà inserito solo l’anno successivo). Impossibile far fare marcia indietro all’Inghilterra anche perché l’Everton, quarto in campionato, reclama il suo diritto a giocare in Champions League, l’Uefa risolve inserendo il Liverpool come squadra “apolide”  facendola partire dal primo turno preliminare (e contando in ogni caso i punti fatti dai Reds nel ranking dell’Inghilterra).  E se ha senso che sia preceduta dalla Spagna, vincitrice di entrambe le coppe conBarcellona e Siviglia, ad un occhio poco attento ne ha di meno che si trovi dietro anche  all’Italia ed ancor meno la sorprendente prima piazza della Romania che in Uefa porta la Steaua Bucarest in semifinale e il Rapid Bucarest ai quarti. L’impresa vale il decimo posto nel ranking.     2006-2007
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  Vinciamo la Champions League con il Milan che batte il Liverpool vendicandosi della sconfitta patita nella finale 2005, ma l’Inghilterra ci risupera facendo quasi cinque punti più di noi, portando Chelsea e Manchester United in semifinale Champions. Per non parlare della Spagna che rifilandoci quasi nove punti resta prima nel ranking. Il Siviglia si conferma campione in coppa Uefa aggiudicandosi il derby con l’Espanyol. L’Osasuna si ferma invece in semifinale. Dietro la Romania sale al settimo posto.

 

  2007-2008
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  E’ una stagione di completo dominio inglese che vince la classifica annuale e balza prima in quella quinquennale. In Champions il Manchester United conquista la seconda Champions dell’era Ferguson sconfiggendo il Chelsea ai rigori. I blues in semifinale avevano regolato il Liverpool. In Uefa lo Zenit San Pietroburgo porta a casa il primo trofeo internazionale superando il Glasgow Rangers. I russi balzano così al sesto posto del ranking, passando anche l’incredibile Romania. L’Italia si conferma terza e la Fiorentina è autrice di un’ottima corsa in Uefa che si interrompe in semifinale. E’ l’inizio della crisi del calcio italiano che si protrae anche oggi, salvo una nota eccezione. Il Montenegro, staccatosi dalla Serbia, entra come entità separata nelle competizioni europee. L’Uefa decide di far proseguire la Serbia coi punti accumulati dalla Serbia-Montenegro, mentre il Montenegro parte da zero a fondo classifica.  Cambio di colori nella tabella in virtù della riforma della Coppa Uefa di cui scriviamo nella sezione 2009-2010.  
  2008-2009
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  E’ l’anno dell’Ucraina. Lo Shakhtar Donetsk conquista l’Uefa e diventa nel contempo una delle formazioni più “toste” d’Europa negli anni a venire. In semifinale giunge la Dinamo Kiev mentre il Metalist Kharkiv giunge “solo” ai quarti. Gli ex sovietici vincono la classifica stagionale e nel ranking quinquennale raggiungono il settimo posto, appena dietro la Russia. E con la Romania nona assistiamo ad una sorta di rinascita del calcio dell’Est, quantomeno per quel che riguarda il ranking e sempre e soltanto grazie all’Uefa. Il nuovo presidente Uefa Michel Platini si accorge che qualcosa non va in questa competizione e studia una nuova formula che entrerà in vigore l’anno successivo. In Champions il Barcellona si ritrova in semifinale, sola contro tre inglesi. E alla fine esce vincitrice. E’ il primo grande successo per Pep Guardiola che si consacrerà in breve tempo come uno dei più grandi tecnici di sempre, portando un’autentica rivoluzione nel modo di intendere e giocare il calcio. Male l’Italia che resta però terza. La Coppa Intertoto giunge alla sua ultima edizione nel più totale disinteresse.       2009-2010
Storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA per Nazioni – Anni 2000
 

Come detto Platini riformula interamente la coppa Uefa ridandole un minimo di senso ed un po’ di interesse. Cambia il nome, diventa Europa League, di vecchio resta solo la coppa vera e propria da consegnare al vincitore. La nuova competizione prevede quarantotto squadre divise in dodici gironi da quattro. Le migliori due per raggruppamento passano ai sedicesimi trovandovi le terze dei gironi di Champions League (cosa che avveniva anche prima). Da qui si prosegue con sfide di andata-ritorno. Ora, la settima, l’ottava e la nona nazione del ranking possono portare quattro squadre in Europa League. Tutte le altre tre, come potete ben vedere nello schema qui sotto. Uniche eccezioni Andorra e San Marino (che dal 2007/08 avevano ottenuto l’iscrizione della squadra vincitrice del campionato in Champions, e non in Coppa Uefa come avveniva in precedenza, con la contemporanea iscrizione delle vincitrici delle coppe nazionali alla Coppa Uefa portando quindi a due il totale delle proprie squadre in Europa) e il Lichtenstein, che senza campionato nazionale continua a portare una sola squadra nelle competizioni europee e precisamente la vincente della coppa nazionale in Europa League.

 

Storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA per Nazioni – Anni 2000
 

Platini non si ferma qui e riforma in parte anche la Champions League. Convince le grandi nazioni a mettere a serio rischio una qualificata ai gironi in cambio di un’altra qualificata sicura. In poche parole rivoluziona le qualificazioni per favorire le nazioni economicamente meno potenti. Così le squadre che devono qualificarsi con i turni preliminari vengono divise in due blocchi: uno comprendente le nazioni vincenti il proprio campionato e l’altro quello delle piazzate nei vari tornei nazionali. Cambiano e non di poco anche i bonus assegnati nel ranking. Le qualificate al girone di Champions ricevono ora quattro punti. Infine per pareggiare i conti con chi gioca l’Europa League ed evitare di concedere vantaggi a chi trasborda le terze dei gironi di Champions in Europa League, tutte le qualificate agli ottavi ricevono ben cinque punti bonus. Si tratta a conti fatti di un autentico ed ulteriore sedicesimo di finale. Questa volta però “fantasma”. Anche in questo caso la riforma parte senza portare modifiche ai coefficienti realizzati dai vari paesi nei quattro anni precedenti. L’Italia ha un ultimo sussulto europeo con Josè Mourinho che trascina l’Inter alla conquista della Champions League prima di fuggire a Madrid per allenare il Real.
 

La Germania tuttavia ci tallona ed iniziamo ad avvertire la paura di perdere la quarta squadra in Champions. E’ questa a conti fatta la prima volta in cui nel nostro paese si inizia a parlare anche in TV e nei bar del Ranking Uefa, con un meccanismo mediatico che, in proporzione, rivedremo anni dopo applicato allo spread. Tutti ne parlano e ne sono intimoriti, ma pochi sanno bene come funziona. Il dramma è che a parte qualche eccezione nemmeno i dirigenti italiani sembrano aver ancora capito il meccanismo che determina la classifica. Tra le eccezioni c’è il Direttore Generale del Milan Adriano Galliani che, compreso il problema dello scarso impegno nostrano in Europa League, chiede ufficialmente all’Uefa di rivedere i criteri di assegnazione posti in Champions, reclamando per la competizione maxima un ranking apposito. Al momento attuale la proposta non è mai stata presa in considerazione dai dirigenti del calcio continentale.

 

La prossima settimana tratteremo le ultime tre stagioni europee già completate (2010/11 – 2011/12 – 2012/13), assistendo alla caduta dell’Italia dal podio.  

 

Email Antonio Bomba: [email protected] Facebook Antonio Bomba: www.facebook.com/antonio.bomba.3          Il post è apparso originariamente sul "Blog Calcio e altri elementi" di Marco De Santis      

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