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Storicizzate, per Diana, e non portate vasi a Samo. Norace dixit

Creato il 29 settembre 2010 da Zfrantziscu
di Efisio LoiPensavo, prima di prender sonno, al “resto di un vaso cultuale nuragico” di Gigi Sanna, al dibattito che ne è sorto e a un ‘commento’ di un mio amico che ne lamenta l’assenza fra gli altri ‘cumentarios’, e mi addormentai turbato e indeciso fra Quel Gran Barbuto col braccio proteso, quasi a toccare, col suo, il dito di Adamo che da Lui sembra promanare, e il YHWH mezzo maschio e mezzo femmina, venerato dai nostri antichi padri, a quel che dicono Gigi e Aba.In questo groviglio di riflessioni mistico-religiose, al mio nuragico non avevo rivolto neanche un pensierino. Quand’ecco, sempre sul far dell’alba, con una ‘mise’ più dimessa, questa volta tutta sul verde, ‘ton sur ton’ (quanto vorrei che Aba non conoscesse il francese… ma non ci spero), mi venne incontro, proprio lui, Norace.Senza preamboli e senza neanche un saluto se non un rapido cenno con la mano sinistra, che subito portò ad accarezzarsi il mento, mentre la destra la teneva sul manico del pugnale appeso al petto, cominciò ad andare su e giù per la stanza a passo lento e meditato. Non avevo notato fino a quel momento, o se la stava costruendo da poco, una rada e ben curata barbetta, di colore tendente al ramato, che gli incorniciava le guance.Come se stesse continuando un discorso lasciato sospeso con chi sa chi, prese a dire con fare assorto e distaccato, tanto da lasciarmi insicuro se ce l’avesse con me: “Quel che appare strano, in un’epoca di relativismo spinto, è la poca voglia di storicizzare. Eppure è uno dei più pressanti inviti che vi rivolgete a vicenda e di cui garantite, continuamente, per voi stessi. Non arriverete mai ad ammettere, nello studio del passato, di non riuscire ad applicare ai fenomeni trascorsi questo basilare principio: per comprendere un fatto di ieri, bisogna guardarlo con gli occhi di ieri.Per avere quello sguardo, non basta sapere, anche alla perfezione, se fosse possibile, l’esatto svolgimento dei fatti e avere a disposizione tutti i relativi documenti, proprio tutti, nessuno escluso. Cosa evidentemente impossibile. Dovreste spogliarvi di tutta l’arroganza e la supponenza che il vostro ‘sapere di più’ vi mette come lente deformante davanti agli occhi.Siete così convinti di esservi liberati da ogni scoria deleteria del passato, da ogni catena e superstizione, che impedivano la libera visione, tanto che la Verità vi risplende d’avanti. Roba da matti, quando, contemporaneamente, dite che la Verità non esiste, che ad esistere sono ‘le verità’, escludendo che si possa fare una graduatoria di merito o, meglio, che non sia corretto farlo.Se ci pensate bene, è la peggior forma di doppiezza e di malanimo, dal momento che tale correttezza, non vi impedisce di considerarvi i migliori, anzi, proprio perché vi ritenete i migliori vi potete permettere tanta magnanimità da abbassarvi al livello di chi non è come voi. È la quintessenza del razzismo.  Tutto questo vale, sia nel piano del tempo: l’uomo di oggi è meglio dell’uomo di ieri, sia sul terreno delle civiltà oggi operanti sulla Terra: non ce n’è una che possa dirsi migliore delle altre; lo dite, però, toccandovi di gomito.Siete così corretti che una “Commissario Europeo” rampogna aspramente Sarkozy, in nome dei Diritti Universali, per aver cacciato i Rom, quando lei, i Rom, non sa manco chi siano, dal momento che, il suo Paese, il Lussemburgo, i Rom, li tiene lontani dalle frontiere.Mi dirai – si fermò e guardò verso di me; meno male, non ce l’aveva con chi sa chi – ma perché mi fai questo pistolotto? È stato l’ingresso indiretto di Nicolino De Pasquale nel blog di Gianfranco Pintore e la diatriba che ne è conseguita che mi hanno spinto a venirti a trovare.  Ci ho visto chiaramente i segni della prospettiva distorta con cui analizzate i fatti del passato, anche quando affettate umiltà e vi dichiarate pieni di dubbi. Tanto, vale, e mi dispiace dirlo, sia per i “negazionisti” (le virgolette sono le mie), sia per chi riconosce in noi, del passato, doti e capacità a lungo negate.  Ci sarà da farsi quattro risate se per caso le teorie di De Pasquale trovassero conferma. Questa eventualità, però, mi sembra fare il paio con il disvelamento della verità a proposito di una certa casa di Montecarlo. (Diavolo di un nuragico trilobato, sì perché aveva in capo un una specie di tricorno con uno zuccotto prominente al centro, mi dicevo, stai a vedere che si interessa anche di gossip e di dossieraggi, con tutto quel suo parlare forbito). Non perché sia impossibile arrivarci, alla conferma, quanto piuttosto perché sarà avvolta in un polverone di obbiezioni e di distinguo da parte di chi, in tali cose è abituato a menare il can per l’aia, per conservare la nicchia di potere in cui si è acquartierato.Volevo dire, non ‘menare il can per l’aia” ma “portare i vasi a Samo” che andava più di moda ai miei tempi ma ho avuto paura di ingolfarmi in un conflitto di interessi per via del vostro ‘illiricheddu’.”Giusto a questo punto il gallo proruppe col suo chicchirichì più sonoro. E Norace dileguò con le sue verdi tonalità che si sciolsero nel violetto e nel rosato che si profilavano a oriente.Ma guarda un po’! Non riesco a fargli mai le domande che contano: “Ma, Nicolino De Pasquale ha visto giusto o no?”. Dovrò chiedergli di anticipare gli orari di visita, per tenerci a distanza dal canto del gallo, o di ritardare la partenza. Non mi è sembrato un vampiro, per aver paura della luce. Poi dovrò riuscire a vincere lo stato di apprensione commossa che mi prende al suo cospetto e a interrompere il suo soliloquio con qualche domanda.Giudicate voi! Un reperto così non è da tutti trovarselo per le mani e l’emozione è tanta. 

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