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Storie d’altri tempi, storie di autoproduzione

Da Www.ortosulterrazzo.it @ortosulterrazzo

Mentre cercavo in internet delle testimonianze su come vivevano le nostre nonne, come organizzavano il lavoro di casa e quali attività

Famiglia patriarcale 1920

Famiglia patriarcale 1920

svolgessero, mi sono imbattuta in un blog molto bello e interessante: altritempiraccontati.blogspot.it. Si tratta di una raccolta di testimonianze su come si viveva una volta, soprattutto nella prima metà del secolo scorso. Vi si trovano aneddoti e racconti per lo più su come si svolgeva la vita in campagna.

I miei preferiti sono i racconti della signora Armentina, nata e cresciuta in una famiglia patriarcale. Armentina spiega in varie occasioni come questi tipi di nucleo domestico riuscissero ad essere totalmente indipendenti ed in grado di autoprodurre tutto quanto servisse loro. Naturalmente possedevano dei terreni, allevavano bestiame e lavoravano tutti duramente – non dimentichiamoci che quelli erano tempi duri, di fame e miseria per una buona parte della popolazione italiana – ma in questa realtà fatta di sacrifici, lavoro e rinunce c’è una cosa che mi affascina molto: le abilità di queste persone.

In particolare le donne erano il motore della vita domestica perché, mentre gli uomini lavoravano duramente nei campi, le donne possedevano la straordinaria abilità di trasformare tutto quanto provenisse da questo lavoro in oggetti, alimenti e tessuti utili a tutta la famiglia.

Questa è la vera autoproduzione!! L’autoproduzione allora era un must (come si dice oggi) poiché non c’era la disponibilità di beni e servizi che c’è oggi e, naturalmente, non c’era nemmeno la disponibilità di denaro che c’è oggi; quindi se uno voleva qualcosa se la doveva fare o inventarsi un modo per farla con ciò che aveva. A questo proposito sono emblematici gli articoli che parlano della produzione domestica della canapa e dell’utilizzo delle foglie di mais per produrre ceste, pantofole, ecc.

Insomma fino a 50 anni fa i nostri nonni possedevano un bagaglio culturale enorme, non paragonabile alla preparazione universitaria di oggi, ma non per questo meno importante e qualificante. Purtroppo la civiltà contadina e quella postindustriale e non si sono integrate fra loro ma si sono sostituite l’una all’altra. Oggi sappiamo come funziona ogni singola cellula del nostro corpo (cosa sacrosanta!) ma non sappiamo come procurarci il cibo o gli abiti se non servendoci del centro commerciale. Sarebbe bello fare un passo indietro e, oltre al supermaster in economia, saper fare l’orto, fare la pasta fatta in casa, cucire un paio di pantaloni o fare un maglione a tricot. Sarebbe bello parlare con i nostri nonni (per chi è fortunato e ancora li ha) e farsi raccontare come funzionava questo mondo così magico e allo stesso tempo così duro; e magari provare a tornare un po’ indietro e, come in un gioco di ruolo, fare finta per un po’ di non avere a disposizione tutto pronto.

Spero che nel blog di altritempiraccontati le testimonianze continuino e spero che in tanti lo leggano e rimangano affascinati come’è capitato a me. Il lavoro fatto da Barbara è prezioso e bellissimo e ha tutta la nostra ammirazione!

Evviva l’autoproduzione … e chi ce la può insegnare!!!!


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