Peter Handke scrive tutti i suoi testi rigorosamente a penna o a matita ed è tra gli scrittori di lingua tedesca più originali della seconda metà del ventesimo secolo.
Maestro di suono e sperimentatore linguistico, prova, scrivendo, a rifondare il mondo con i mezzi del linguaggio.
Il suo stile è inconfondibile e in questi testi descrive con la forza della parola gli orrori dello sfruttamento e della distruzione. Lo fa in un modo solenne e leggero al tempo al tempo stesso.
La sua scrittura, così densa e lirica, è un movimento che si ramifica lentamente, ma anche un gioco a confondersi. Un gioco lento, fascinoso ed elettrizzante, che sonda a fondo l’irrazionalità del linguaggio ordinario e la realtà di tutti i giorni, stimolandoci a notare sempre nuovi sentieri che invitano a essere percorsi.
Peter Handke, Storie del dormiveglia, traduzione di Roberto Menin, Collana Prosa contemporanea, Guanda 2014.