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Ottavio Farnese, secondo duca di Parma e Piacenza, incarcerato il Borromeo, chiama a signore di Colorno Gerolamo, figlio di Barbara Sanseverino e Gilberto Sanvitale signore di Sala Baganza.
Donna di grandissima cultura, la Sanseverino, nei primi anni di usufrutto del feudo, creò ed animò un cenacolo letterario, in concorrenza con la corte Farnese di Parma.
Infatti di quel cenacolo letterario erano parte anche gli Este di Ferrara e i Gonzaga di Mantova.
Finì malissimo. I Farnese, ricordiamolo, avevano un conto aperto con i Gonzaga, accusati, a ragione, di aver fatto assassinare pochi anni prima, via complotto ordito in combutta con i nobili piacentini, il primo duca, Pier Luigi.
A questo proposito ricordiamo che Pier Luigi si insediò nel nuovo ducato nel 1545 senza possedere alcuna proprietà in quei territori; alla fine dell'età farnesiana (1545-1622) i Farnese, dopo quattro generazioni, avevano accomulato un enorme patrimonio, edificato soprattutto sulla repressione delle congiure organizzate dai feudatari, la confisca dei beni dei congiurati e il loro incameramento nel patrimonio ducale.
Ma torniamo a Ranuccio. Vittima dei sospetti e della persecuzione del duca, la povera Barbara fu accusata, ingiustamente, di congiura e condannata al patibolo. Nel 1612, il pomeriggio di venerdì 18 maggio, ci lasciò la testa... e il patrimonio. Ma andiamo con ordine. La reggia di Colorno, con la Sanseverino, si arricchisce di un raffinato giardino all'italiana dal disegno geometrico con aiuole, fontane, sentieri e una rete di fitti canali. I maggiori poeti dell'epoca, quali il Guarini e il Tasso, a quel giardino dedicarono alcune delle loro rime. La signora di Colorno, seguendo la tradizione dalle più importanti famiglie del tempo, fu anche raffinata collezionista d'arte e raccolse nel palazzo opere di Tiziano, di Gerolamo Mazzola Bedoli, di Giulio Romano, di Andrea del Sarto, del Correggio, del Parmigianino, di numerosi autori fiamminghi e una straordinaria raccolta di cammei antichi. Molte delle opere, a partire dai cammei, sono poi finite, causa la rapacità dei Borbone, nel Museo di Capodimonte a Napoli. Comunque, fatta giustiziare Barbara, il Farnese confisca tutti i possedimenti della Sanseverino, e fa di Colorno la propria residenza estiva. La rocca cinquecentesca si trasforma in una lussuosa Reggia ed il giardino di Barbara diviene un grande parco alla francese. Poi anche i Farnese passano e, nel 1749, Colorno diventa la residenza Ducale dei Borbone. In questo periodo la struttura del palazzo viene modificata profondamente: il duca Filippo affida all'architetto francese Ennemond Alexandre Petitot (!) la ricostruzione dello scalone d'onore al centro della facciata verso il giardino. Il duca Ferdinando, successivamente, commissiona la costruzione di un suo appartamento e, religiosissimo com'era, di una chiesa e un convento per i frati dell'ordine domenicano. Nel 1815 il ducato passa all'ex imperatrice Maria Luigia d'Austria. La Duchessa più amata dai parmigiani, ne prenderà possesso il 19 aprile del 1816, attraversando il Po su un ponte di barche, proprio a Colorno. Non sarà per questo, resta il fatto che la <<buona duchessa>> (così veniva soprannominata dal popolino Maria Luigia) dedicherà grande attenzione al giardino commissionando a Carlo Barvitius la ristrutturazione del parco secondo il modello romantico all'inglese. Dopo l'Unità d'Italia, il palazzo viene prima adibito a scuola militare (1862-64) e poi a Manicomio provinciale. Oggi la Reggia, dopo impegnative campagne di restauro che hanno coinvolto anche il giardino, è ritornata agli antichi splendori e ospita mostre temporanee. Colorno dunque, con la sua Reggia, e li vicino Sacca di Colorno, dove Stendhal ha ambientato uno degli episodi chiave della sua "Certosa di Parma" e dove Bruno Morini ha intitolato il suo ristorante proprio allo scrittore, proponendo tutto il meglio della cucina tipica parmigiana... Se sei a Colorno hai due possibilità: o punti direttamente verso Parma, oppure la prendi lunga e ti butti nelle terre di Verdi e Guareschi, nel regno della spalla cotta e del culatello. Domani la prenderò lunga... http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane
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