Storie di bambini, slot-machine e di cultura nella nostra classe politica

Creato il 10 agosto 2012 da Firenze5stelle @firenze5stelle

Nonostante il Vice Sindaco Nardella si affretti nel comunicare via twitter che ”il @comunefi non ha autorizzato slotmachines al parcogiochi. Intervento immediato della PM, perchè Firenze è amica dei bambini @matteorenzi“  … è indubbio che dalla Giunta, che ha visto il suo/nostro premier (il Sindaco Matteo Renzi) nominato dall’Unicef  difensore dell’infanzia, ci  aspettavamo di più per difendere i bambini; invece Polizia Municipale ed Amministratori sono interveuti dopo  le polemiche a livello nazionale ed in “rete”.

In merito alla questione un medico  ci ha scritto

Permettere l’istallazione di “Slot-machine” in una ludoteca aperta ai bambini è di per sè stesso un errore; permetttere ai bambini di giocare e vincere “premi” è profondamente scorretto.

Lo è nei confronti di minori nei quali si stimola una competizione per vuncere un premio non dovuto all’abilità del singolo, ma alla semplice fortuna o casualità; si stimolano abitudini al gioco d’azzardo che porteranno in molti casi a dipendenza.

Questa è un’altra aberrazione del “libero mercato” dove un bambino è visto come consumatore privilegiato e quindi fonte di reddito per una serie di categorie che partono in questo caso dai produttori di slot-machine per passre agli psicologi in età adolescenziale e concludere con l’utilizzo di psicofarmaci per uscire dalle dipendenze.

A noi adulti spettano due tipologie di intervento, la prima individuale, da parte dei genitori che devono evitare tutti insieme di far giocare i propri figli con queste macchinette mangia soldi e, contemporaneamente dare l’esempio non facendosi vedere giocare dai propri figli; la seconda di tipo istituzionale, gli organi amministrativi devono vigilare affinchè le nuove generazioni vedano il loro successo futuro non nel gioco ma nella cultura, quindi promuovere quelle attività che vanno in questa direzione ed impedire attività puramente speculative.

Il problema è: quanta cultura esiste nella nostra classe politica?


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