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Storie di cattivi maestri: ecco come bashar al assad ha imparato dall’iran ad ingannare l’onu

Creato il 27 agosto 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Il fascista governo siriano si è vantato ieri di aver dato agli ispettori dell’Onu il permesso di visitare l’area di Damasco colpita dall’attacco con armamenti chimici. Come vi abbiamo detto, lo sviluppo degli armamenti chimici da parte della Siria è stato compiuto direttamente con il sostegno della Repubblica islamica dell’Iran. Da Teheran, però, Damasco non ha imparato solamente come uccidere, ma anche come ingannare le organizzazioni internazionali.

Come sapete, il regime siriano ha concesso agli ispettori internazionali di cominciare la loro inchiesta solamente cinque giorni dopo l’attacco chimico, Il tempo necessario, non solo per permettere agli agenti chimici di scomparire, ma anche per cancellare le prove sul terreno di un coinvolgimento dell’esercito leale agli Assad. Per questo, chiaramente, buona parte della Comunità Internazionale ha giudicato tardiva l’autorizzazione concessa dal regime siriano e sta ora pensando ad un intervento militare per punire Bashar al-Assad.

Nello stesso periodo, il regime iraniano ha continuato a portare avanti il suo programma nucleare, ingannando in maniera palese l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Tra il silenzio di buona parte dei media Occidentali – troppo impegnati a raccontare un “nuovo Iran” inesistente – il regime iraniano ha continuato a cancellare le prove presenti nell’impianto militare di Parchin, ove gli scienziati iraniani hanno simulato l’esplosione di un ordigno nucleare e la minuaturizzazione stessa dell’ordigno, la fine di caricarla sui missili balistici Shahab.

Il Think Tank americano ISIS, in questi giorni, ha pubblicato nuove immagini satellitari, che provano come il regime iraniano stia continuando ad asfaltare la base militare di Parchin (foto sotto), a dispetto della richiesta costante degli ispettori internazionali di visitare la base. Nello stesso periodo in cui gli uomini del regime asfaltavano Parchin, quindi, l’Ambasciatore iraniano l’AIEA Ali Asghar Soltanieh (che ha da poco finito il suo mandato), scriveva una lettera ufficiale all’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare, riempiendola di falsità e informazioni sbagliate.

Nella lettera inviata da Soltanehal Direttore Generale dell’AIEA Amano, Teheran sostiene che i camion in attività a Parchin sono impegnati nella costruzione di una nuova strada. Questa affermazione contraddice completamente quello che è stato provato, ormai da mesi, dai satelliti internazionali, che mostrano chiaramente come il regime non sia assolutamente impegnato nella costruzione di una strada, ma stia unicamente cancellando le prove delle sue attività contrare al Trattato di Non Proliferazione nucleare (di cui Teheran è firmatario). Le immagini satellitari sottostanti, indicano chiaramente le aree dove gli operai iraniani sono al lavoro, tutte correlate unicamente con i silos sospetti:

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Purtroppo c’è di peggio: nella lettera di Soltanieh, ai paragrafi 68 e 70, il rappresentante iraniano sostiene che il regime ha “generosamente” concesso agli ispettori iraniani di visitare Parchin nel 2005. Premesso che nel 2005 l’Iran ha concesso un accesso solo parziale agli ispettori internazionali, l’area che i rappresentanti internazionali hanno visitato otto anni fa non è la stessa a cui l’AIEA chiede l’accesso in questo periodo. La zona sospetta, infatti, si trova completamente dalla parte opposta, rispetto a cui Soltanieh fa riferimento nella sua missiva.

Insomma, il comportamento criminale di Bashar al-Assad trova – ancora una volta – i suoi cattivi maestri a Teheran, ove gli Ayatollah hanno dimostrato da tempo di essere i primi della classe nel portare avanti azioni ingannevoli. La parte triste di questa storia è che, nuovamente, l’Occidente sembra disposto a ricadere nella ragnatela che la Repubblica Islamica sta furbescamente intessendo.


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