Storie di Chia. L’importanza di una corretta raccolta differenziata.

Da Chiagia

Che poi è curioso che di tutto quello di bello che potrei dire di Chia (Sud Sardegna, più vicino a Tunisi che a Olbia) e della mia lunghissima vacanza laggiù mi venga in mente di cominciare dalla raccolta differenziata.
Sarà che noi spezzini siamo in preda da un anno allo psicodramma della differenziata, in balia di un gestore che viene e va con la casualità della pertosse.
Fatto sta che eravamo appena arrivati nella nostra casetta e appena conosciuto la proprietaria lei ha iniziato a bombardarci di istruzioni sulla differenziata.
- L’umido va qua. La plastica qua, e SOLO, in sacchi trasparenti perchè controllano. Il metallo…
- Beh, con la plastica come a Spezia!
- NOOOOOO. Ecco perchè quelli di prima mi hanno unto tutta la plastica con una scatoletta di tonno!
- Da sola?
- NOOOOOO. Col vetro.
E così via, con domande a trabocchetto per vedere se abbiamo capito.
Fatto sta che il leit-motiv della vacanza è stata l’accuratezza con cui abbiamo diviso carta (che va da sola in contenitori di carta), vetro e metallo, plastica e umido.
Con la plastica, in particolare, che assumeva dimensione di gigantesco blob in attesa del passaggio a metà mese, coincidente peraltro con la vigilia della nostra partenza.
Al quarto sacco trasparente è arrivato il sospirato giorno e con soddisfazione abbiamo messo fuori il tutto. Per ritrovare tutto la mattina dopo.
Perchè non sono passati, ho immaginato io abituato ai ritmi spezzini.
PERCHE’ AVVETTE DIFFERENZIATTO MALE!!!, è sbottata la signora al momento dei saluti, LI HANNO LASCIATTI PERCHE’ NON SONO PERFETTI!
E ha cominciato a indicare microcorpuscoli estranei all’interno dei sacchi, incolpandoci del fatto che ora le toccava riaprire i sacchi e ridifferenziare tutto.
Il marito cercava di dirle che non potevano averli visti, ma lei era irremovibile.
Brava donna, bella casa. Ma non sbagliatele la differenziata.



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