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Alla porta della mia camera, in questa locanda assediata dai venti del nord, in cui attendo un aereo che mi porti lontano dal gelido inverno scozzese, qualcuno ha bussato. Non era la cameriera per rifare il letto. Non era nessun altro, perché quando ho aperto la porta solo il vuoto ha riempito il mio sguardo.
Ma qualcuno c’era certamente, perché davanti alla mia porta ho trovato un libro. Solo, come fosse stato abbandonato apposta per essere ritrovato da me. Così lo prendo in mano e guardo la copertina (che trovate qui sopra). Una stranissima coincidenza, penso, dal momento che conosco molto bene l’autrice, che è un’antica frequentatrice di questo blog.
In ogni caso sul libro trovo anche una sua breve biografia: “Francesca Romana D’Amato, nata a Roma (1974), nel 1998 fonda con alcuni amici la Corporazione dei Bardi, associazione culturale dedita a collezionare leggende dei laghi Maggiore e d’Orta. Il materiale raccolto diventa la base per avventure di giochi di ruolo, improvvisazioni teatrali, mostre e infine i libri: Leggende e Storie tra i due laghi, che contiene due racconti legati alla trama de I draghi dei Visconti, il manuale illustrato Gnomi di caverna, custodi dei tesori del sottosuolo e il romanzo Avventure sotterranee per gnomi di caverna.”
Incuriosito sfoglio “I draghi dei Visconti. Dalle paludi del lago Maggiore fino al cuore di Milano” e una citazione mi capita sotto il naso.
“C’era un tempo in cui allevare draghi non era illegale. Quel tempo finì l’anno scorso, appena prima che le nostre uova si schiudessero.” La frase è attribuita a Ottavio da Mercurago, dragoniere abusivo. Questo nome mi fa venire in mente qualcosa, ma per quanti sforzi io faccia non riesco a penetrare quel mistero. Così leggo la trama del romanzo.
“I draghi dei Visconti è il titolo di un nuovo romanzo ambientato tra Milano e il lago Maggiore nella prima metà del 1300. Il filone urban fantasy entra, in questo modo, nelle collane della Compagnia della Rocca Edizioni. I draghi di cui si parla sono i biscioni rappresentati nello stemma della famiglia Visconti, allevati in segreto per farne uno strumento di propaganda, oltre che un’arma. Ad intrecciare il proprio destino con un cucciolo di drago saranno tre ragazzi: Ottavio sceglierà di nascondersi nelle Alpi, Giorgio si arruolerà nelle schiere dei dragonieri e Azzone sfrutterà i draghi per fare carriera a Milano. Il romanzo si basa sulle cronache storicamente documentate di Galvano Fiamma (domenicano al servizio dei Visconti che si inventò l’uccisione del mostro per dar lustro ai potenti del tempo) e su una ampia raccolta di leggende italiane legate ai draghi. I temi esplorati nel romanzo (per chi non volesse limitarsi a leggere una storia con elfi, maledizioni e tradizioni popolari) sono le dinamiche della comunicazione e il potere della parola, sia essa racconto attorno al fuoco, propaganda o formula magica.”
Come se ciò non bastasse, mentre comincio ad essere veramente intrigato da questo misterioso regalo di Natale in anticipo, mi cade lo sguardo su una riga e mezza, messa lì apparentemente a caso tra i ringraziamenti: “Alfa dei misteri, per aver scavato a fondo nelle leggende del Lago d'Orta e dintorni”.
Sorpreso ed emozionato mi siedo sul letto sbilenco e prendo il telefono. Francesca mi saluta allegra come sempre e mi chiede come vada. Dopo qualche convenevole, per non insospettirla, le domando dove sia adesso. Mi risponde che ha appena terminato la presentazione del libro presso lo Spazio Moderno ad Arona, all’interno della mostra «Folletti in arte a Natale»; che no, non è in Scozia; che proprio non sa come il libro possa essermi arrivato; che mi aveva mandato una copia digitale tempo fa (di cui mi ero completamente scordato, ma naturalmente glisso su questo punto).
Insomma, quando chiudo la telefonata il mistero è sempre più fitto. Chi mi ha fatto avere il libro? Nessuno poteva sapere dove mi trovassi… Forse un folletto della verde Irlanda si è occupato come corriere della consegna? O è stato un piccolo drago alato a trasportarlo in posta aerea?
È allora che, come un’illuminazione, mi viene in mente di aver visto una persona, questa mattina mentre facevo colazione. Una persona che non sono mai riuscito a vedere in volto perché di spalle stava ingurgitando bacon & eggs da stendere un bue, ma che, ne sono sicuro, era anche a Genova e, quasi altrettanto sicuramente si trovava sulla nave con cui sono giunto fino a qui.
Qualcuno mi sta seguendo. Ma chi sia realmente e con quale scopo lo stia facendo è un enigma che dovrò risolvere nei prossimi giorni…
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