È il profumo del pane appena sfornato ad inebriare gli spettatori di “Storie di Pane”, in scena dal 6 all’11 gennaio 2012 al Teatro Furio Camillo di Roma. La Compagnia teatrale Naufragarmedolce propone un vero e proprio percorso di gusto attraverso il tempo e lo spazio. Chiara Casarico ed Emanuela Bolco si soffermano sulla soffice pasta informe che passa di mano in mano, ora ad una donna siciliana, ora ad una milanese, ora ad una russa. Realtà lontane sembrano trovare un punto di contatto in questo alimento, importante come l’aria e diffuso sotto le più svariate forme. Il pane è centro di dibattito, quasi possa plasmarsi in mille idee colorate. Il pane chiude gli occhi sulla guerra, addormentato tra le braccia delle donne palestinesi ed israeliane. Memoria del passato e promessa del futuro esso placa l’appetito e chiede un silenzio dovuto e ricercato. “C’è chi bacia il pane prima di gettarlo via” quasi fosse un saluto, o un “arrivederci” al mattino successivo. Ed è così che in questo speciale rapporto dalle mani scivola via qualcosa di sé: “ogni pagnotta somiglia un po’ al volto di chi l’ha ammassata” afferma un fornaio arabo indaffarato nella cottura di decine di pani. “Pane al pane e vino al vino” è un’ espressione che ne apprezza il rapporto di profondo rispetto e genuinità. Aspetto questo che si perde oltre il freddo monitor di un negozio virtuale di pane francese. Nessun profumo, nessuna esperienza sensoriale, ma solo lo scorrere metallico dei prezzi imposti dalla firma dello chef. Un rito dunque, che non va interrotto né mortificato in semplici click di appagamento irreale. E intanto, mentre le due attrici si esibiscono, una vera pagnotta cuoce nel forno e, silenziosa e paziente, farà capolino solo alla fine. Il lievito è meditazione e l’attesa è pazienza propiziatrice di un saper guardare indietro, tra le filastrocche cantate intorno ad un tavolo e le mani che affondano nell’impasto. (ILARIA DELLA CROCE)
Sul palco del Teatro Furio Camillo è allestita una cucina con tanto di forno funzionante e due donne che si alternano tra ricordi, canzoni, proverbi e divertenti scioglilingua ma a fare da protagonista troviamo il pane. Alimento che accomuna tutte le persone del mondo perché, in fondo, come recita anche il titolo della pièce, siamo fatti tutti della stessa pasta. L’associazione culturale Il NaufragarMèDolce porta in scena dal 6 all’11 gennaio lo spettacolo “Storie di Pane, siamo tutti della stessa pasta”, scritto diretto e interpretato dalle esilaranti Chiara Casarico e Emanuela Bolco e con la supervisione registica di Tiziana Scrocca.Due donne impastano il pane tra racconti e ricordi che partono da Milano fino ad arrivare a Palermo, passando per la Russia e il suo «pane nero sovietico», per Medina dove «tutti i giorni le donne fanno il pane, ma non c’è una donna panettiera in tutta Medina», fino a finire il giro in una costosa Francia, in Palestina ed Israele dove il pane diventa un tentativo di pace. Storie che rimandano al tema della fame e della miseria, ma anche di bei ricordi legati alle nonne che non buttavano mai niente e che raccontavano di storie di guerra dove l’unico cibo che si poteva trovare era proprio il pane. Il pane che, col suo colore e il suo profumo che si sente aleggiare nel teatro, delizia l’olfatto e anche il palato quando le due attrici, a spettacolo terminato, lo offrono a una entusiasta platea.Uno spettacolo da non perdere che, tra risate e ricordi, dà vita ad un lavoro teatrale unico nel suo genere. (DEBORA BELMONTE)
“Storie di Pane, siamo tutti della stessa pasta”, in scena dal 6 all’11 gennaio al Teatro Furio Camillo in Roma, scritto diretto e interpretato da Chiara Casarico e Emanuela Bolco, con la supervisione registica di Tiziana Scrocca, scenografia di Tania Cipolla e organizzazione di Laura Gentile.
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