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Storie geniali di italiani all'estero

Creato il 16 dicembre 2011 da Barcampsolbiateolona
Storie geniali di italiani all'estero
Storie appassionanti, vite straordinarie di dieci italiani di successo di cui Fiorella Kostoris e Gianfranco Rossi hanno raccolto le testimonianze. Biografie accomunate da una stessa vicenda: la scelta, inevitabile o perseguita, di abbandonare il Bel Paese alla volta degli Stati Uniti. Lì, nella Silicon Volley, hanno creato le loro imprese, hanno trovato i capitali per realizzare le invenzioni più sorprendenti dei nostri tempi e sono diventati a loro volta operatori di venture capital per incentivare le imprese di altri ricercatori. Il successo del mouse si deve, per esempio, a un italiano, fondatore della Logitech; grazie agli studi di un italiano è nata l'insulina artificiale, pietra miliare della biotecnologia. Italiani, dunque, popolo di creativi, di intelligenze brillanti e produttive nei più disparati ambiti della scienza, della ricerca tecnologica, dell'innovazione. 
Potrà mai l'Italia, strutturalmente caratterizzata nell'epoca contemporanea da una scarsa propensione al rischio, da eccessive burocrazie e politicizzazioni, da insufficienti investimenti nel capitale umano e nella ricerca, riuscire a fermare questo esodo di eccellenze e ad attirarne di esterne?
A quali condizioni e in che modo si riesce a creare un’idea d’impresa e a farla è il vero tema di questo libro dall' introduzione del Libro:
...da tutte le autobiografie emergono alcune pratiche o regole empiriche, che servono a misurare lepotenzialità e a indirizzare le modalità d’azione del nostro paese, in questo momento, nell’arena del mercato/economia della conoscenza. Tali pratiche, in particolare, hanno come prerequisitola presenza operativa, nelle imprese del Paese, di almeno una delle seguenti capacità:

􀀹 di generare impresa attraverso:1. spin-off di vocazioni a fare impresa e di abilità di management. I distretti industriali e la capacità ditrasformazione nel nostro tessuto economico sono la testimonianza che esistono flussi vitali cheriescono a scorrere, dal grande al piccolo e dal piccolo al grande, entrambi belli e naturali per ilnostro paese.2. creazione di valore, con l’accumulo di capitale intellettuale “in eccesso” costruito nelle aziende

con gli “intangibili”5 ( in particolare quella combinazione variabile e mai compiutamente
rappresentata nelle brochure aziendali di: capitale umano, stock-option, relazioni, immagine,
proprietà intellettuale…) e liberato verso l’esterno. Il cosiddetto “Made in Italy” è la testimonianza di un
processo di questo tipo, che genera quella conoscenza diffusa e “implicita” che costituisce la
base di creatività individuale e collettiva, che solo talvolta fa emergere i valori patrimoniali, che il
nostro paese possiede di più e meglio, forse, di altri
􀀹 di conoscere, di governare e di cambiare le caratteristiche della propria cultura interna, affinché queste siano tali da svilupparne le capacità innovative:”the most important factor driving innovation is the internal culture of the company” (daLarry Yu- Measuring the culture of innovation, MIT Sloan Management Review, Summer 2007). Un’impresa non diventa innovativa solo per volontà o decisione del suo Ceo.
􀀹 Di spingere il sistema dell’educazione ad essere “strumento di sviluppo” delle imprese, in quanto costruttore delle prime credenziali delle persone, che sono costituite dal loro CV
􀀹 Di essere fattore di integrazione tra le culture del mondo e quelle delle comunità dell’Italia, come appare dalle storie di vita di questo libro.
L’ordine in cui si pongono le evidenze “empiriche” qui proposte, relative ai driver delle imprese per promuovere i “cervelli” del paese, è quello della complessità e dell’interazione crescenti tra impresa e società. Per la parte finale dell’elenco i casi esemplari sono, in questo momento, molto rari. Ma possono crescere
Leggendo infine nelle dieci storie di vita che
1. Le ragioni della partenza nascono da imprese o organizzazioni italiane di ricerca scientifica che sanno sviluppare progetti senza confini geografici
2. La decisione di restare è presa per la salvaguardia dell’investimento personale
3. L'iter per il successo è l’evoluzione del proprio ruolo gestita come imprenditori di se stessi
4. I motivi del successo sono la propria competenza e la propria visione
5. Rimane quasi sempre aperta l’opzione tornare/non tornare
il rapporto con l’Italia dà il senso complessivo alla propri azione possiamo vedere come grande opportunità il moltiplicarsi di nuove storie di questo tipo, avendo come orizzonte il mondo. Molte ancora, per altro, sono le testimonianze, simili a quelle qui raccolte, che si possono proporre, specie quelle che si riferiscono ai talenti che passarono per l’Olivetti e per altre grandi imprese italiane. Percorrendo i ruoli che possono occupare non solo i nostri ingegneri e architetti, i nostri biologi, ma tutti quelli che ricominciano a “viaggiare” con quelle nostre imprese che stanno riacquistando quote di commercio mondiale, si vede un’Italia che vive nel mondo reale e regge i pesi dell’evoluzione della geopolitica e dell’ambiente, continuando a garantirsi un futuro“senza confini”.

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