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Storie (impossibili) di scrittori rifiutati da tutti. E poi...

Creato il 04 febbraio 2014 da Ramonagranato
Storie (impossibili) di scrittori rifiutati da tutti. E poi...
Ultimamente sono interessata alle storie impossibili di scrittori, o aspiranti tali.Non chiedetemi perché, non ve lo saprei dire.Mi capitano sotto gli occhi per caso, vi giuro, non le cerco, ma poi mi ci appassiono e me le segno.Leggo le biografie, e quanto più sono tormentate più mi piacciono.
Eppure, me lo dovevo aspettare.Uno dei miei scrittori preferiti, Paul Auster, è diventato famoso proprio per il libro che gli fu rifiutato da ben 17 editoriTrilogia di New York, e poi diventato capolavoro apprezzato da critica e pubblico.
Per caso, leggendo Bookblister, ho scoperto la storia di Giovanni Cocco.
Confesso di non aver letto nessuno dei libri che ha pubblicato, ma appena possibile non mancherò oltre, perché la sua storia è di quelle che non riesci più a dimenticare.
Giovanni Cocco inizia a scrivere già dagli inizi del 2000 e pubblica "Angeli a perdere" per una piccola casa editrice, No Reply, poi per una decina d'anni - a causa di diverse vicende personali - più niente.
È nel 2011 che Cocco propone agli editori italiani il romanzo che, nel frattempo, ha scritto.
E incassa ben 32 rifiuti.
Poi Giovanni incontra Loredana Rotundo che di professione è agente letterario e lei decide di scommettere su di lui.
Il libro uscirà poi - a febbraio 2013 - per Nutrimenti con il titolo di "La Caduta".
Un libro rifiutato da tutti (o quasi) ottiene recensioni entusiastiche e va incontro a numerose ristampe.
E vince il Premio Selezione Campiello.
Subito dopo pubblica "Ombre sul lago" (Guanda) scritto a quattro mani con la moglie Amneris Magella e questo si potrebbe, invece, chiamare "il libro che tutti volevano pubblicare".
Il seguito è un lieto fine in piena regola: quest'anno usciranno altri libri, ci saranno traduzioni in tante lingue straniere, le storie continueranno e... vissero scrittori e contenti!
Voi al posto di Giovanni Cocco cosa avreste fatto?
Al quinto, al decimo o al trentesimo rifiuto, avreste desistito dall'inviare ancora manoscritti?
Io non lo so, ma probabilmente avrei iniziato a pensare di non saper scrivere.
Invece, la perseveranza paga.
Per Giovanni è stato così ed è per questo che la sua storia mi piace tanto!
La storia della letteratura è piena di libri rifiutati da editori, pure importanti, che poi hanno avuto un successo esagerato, facendo mangiare le mani a chi, a suo tempo, aveva spedito la letterina di rifiuto pre-stampata.
Qui troverete una bella carrellata di celebri rifiuti.
Lo so che non c'è Nabokov o Proust in ogni scrittore rifiutato.
MA.
Se sei un editore: non rifiutare tutto, a prescindere, solo perché magari il nome dell'autore è sconosciuto e la storia, leggendo solo le prime quattro righe, ti sembra che non ingrani.
Se sei uno scrittore: invia qualcosa solo quando credi di aver dato il meglio di te. È vero che non nascono più i grandi di una volta, ma forse gli editori cercano qualcosa di nuovo. Purché sia di altissima qualità.
Umiltà, impegno e perseveranza. Sempre.
Per il resto, che siate editori o scrittori, basta che ci facciate leggere qualcosa che, all'ultima pagina, ci faccia supplicare: NE VOGLIO ANCORA!

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