#Storiedeldisonore: il primo pentito di mafia in Italia, l'attacco allo Stato e la pizza connection

Creato il 30 marzo 2013 da Intervistato @intervistato
Nel 1973 si affaccia sulla scena della storia mafiosa il primo  collaboratore di giustizia interno a Cosa Nostra italiana. 
Se dieci anni prima era stato Joseph Valachi a rivelare l’esistenza dell’organizzazione criminale siciliana negli USA, Vitale mette sul piatto i nomi di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco e quello di don Vito Ciancimino. Ciancimino che otterrà, nonostante le ombre, nel 1976, la delega agli enti locali siciliani, dopo aver incontrato il capo del governo Andreotti, chiamato a redimere una questione tutta interna alla DC tra lo stesso Ciancimino e Salvo Lima.
Vitale rivela per primo, riguardo all’organigramma di Cosa Nostra siciliana, l’esistenza di una “commissione” e ammette di aver compiuto omicidi per conto delle cosche. I processi partiti dalle sue dichiarazioni finiranno praticamente con un nulla di fatto per “insufficienza di prove”, ed egli verrà di fatto dichiarato seminfermo di mente. Sconterà solo sette anni dei 25 anni di pena per i reati commessi al manicomio criminale, e una volta dimesso, verrà freddato a colpi di lupara nel 1984.
Nel 1978 sui binari della Palermo-Trapani viene rinvenuto il corpo dilaniato di Peppino Impastato. Peppino era figlio di un appartenente alla cosca di Tano Badalamenti. E’ don Tano in persona a ordinare l’eliminazione di Impastato, indispettito dagli sfottò che lo stesso gli rivolgeva dai microfoni di Radio Aut.
Il 1979 è un anno di sangue ed è anche il punto di partenza di una delle inchieste più importanti nella storia del contrasto alla mafia. Nei primi tre mesi del ’79 perdono la vita per mano di Cosa Nostra il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese e il segretario provinciale della DC di Palermo, Michele Reina.
A luglio dello stesso anno l’avvocato Giorgio Ambrosoli conclude la pratica di liquidazione della Banca Privata Italiana di Michele Sindona. Il 12 luglio Ambrosoli avrebbe dovuto firmare una dichiarazione formale per la chiusura della pratica di liquidazione, ma la sera dell’11 luglio a Milano il killer William Joseph Aricò scarica quattro colpi di 357 Magnum contro il commissario liquidatore.
Il mandante è Sindona, che ha pagato Aricò per mettere fuori gioco “l’eroe borghese”, Giorgio Ambrosoli. A mettere in contatto il killer e il banchiere siciliano è stato il trafficante Robert Venetucci, legato a Cosa Nostra americana. Ai funerali di Ambrosoli non sono presenti autorità, solo uno sparuto gruppo di rappresentanti della Banca d’Italia.
Il mese prima erano fallite le società finanziarie di un altro pregiudicato siciliano: quel Filippo Alberto Rapisarda, legato alla famiglia dei Bontate, e che ha avuto fino nel 1977 come principale collaboratore un certo Marcello Dell’Utri, prima di allora segretario personale di Silvio Berlusconi alla EdilNord.
Inizia anche l’attacco allo stato di Cosa Nostra, e il 21 luglio di quel 1979 di sangue viene freddato il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano. Il killer verrà più avanti identificato nel boss Leoluca Bagarella, uno dei principali protagonisti della storia mafiosa che verrà.
Due mesi dopo Giuliano a perdere la vita per mano mafiosa sono il giudice istruttore Terranova e il suo autista Lenin Mancuso, nel gruppo di fuoco ci sono di nuovo Bagarella e Giuseppe Madonia.
Il 1980 inizia ancora nel sangue con l’omicidio, il 6 gennaio del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Due mesi dopo si affaccia sulla scena, con una inchiesta che scopre una massiccia spedizione di eroina dalla Sicilia agli Stati Uniti via Milano, il giovane sostituto procuratore di Palermo Giovanni Falcone. E’ l’indagine meglio conosciuta come “Pizza Connection”. Ricostruendo il giro della droga e raccogliendo prove Falcone e l’FBI diedero origine e fecero portare a termine uno dei processi più importanti della storia. [to be continued...]
Luca Rinaldi | @lucarinaldi


The first collaborator of justice in Italy, the attack against the State and the Pizza Connection
In 1973 the stage of the mafia history receives the first collaborator of justice inside the Italian Cosa Nostra.
If ten years before it was Joseph Valachi to reveal the existence of the Sicilian criminal organization in the USA, Vitale puts on the table the names of Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco and don Vito Ciancimino. Ciancimino who will obtain, in spite of all the shadows, in 1976, the delegation for Sicilian local institutions, after meeting the Prime Minister Andreotti, called to solve an internal problem in DC between Ciancimino and Salvo Lima.
Vitale is the first to reveal, regarding the organigram of the Sicilian Cosa Nostra, the existence of a commission and admits to have killed on behalf of the mafia. The trials started because of his statements will end in smoke for "insufficient evidence" and he will be declared semi-incapable. He will only serve 7 years of the 25 he received in prison for the crimes he committed at the psychiatric prison, and once he got out, he was shot dead in 1984.
In 1978 on the train rails of the Palermo Trapani line the body of Peppino Impastato is found. Peppino was the son of a member of the Tano Badalamenti gang. It was don Tano himself who ordered the killing of Impastato, angry because of the continuous attacks the latter made from the microphones of Radio Aut.
1979 is a year of blood and also the starting point of one of the most important inquiries in the history of mafia contrast. During the first three months of '79, others lose their lives because of Cosa Nostra: the Giornale di Sicilia journalist Mario Francese and the provincial secretary of DC in Palermo, Michele Reina.
In July of the same year the lawyer Giorgio Ambrosoli finishes the practices of liquidation of the Italian Private Bank of Michele Sindona. On the 12th of July Ambrosoli is supposed to sign a formal declaration for closing the liquidation practices, but during the evening of July the 11th, the killer William Joseph Aricò unloads 4 blows of his 357 Magnum against him in Milan.
The mandator is Sindona, who paid Aricò in order to eliminate the "bourgeois hero", Giorgio Ambrosoli. To put in contact the killer and the Sicilian banker was the drug trafficant Robert Venetucci, linked to the American Cosa Nostra. At the funerals of Ambrosoli no authorities are present, but just a small group of representatives of the Bank of Italy.
The month before the financial companies of another Sicilian offender had failed: that Filippo Alberto Rapisardo, linked to the Bontate family, and which had until 1977 as main collaborator a certain Marcello Dell'Utri, before that personal secretary of Silvio Berlusconi at EdilNord.
The attack of Cosa Nostra against the State begins, and on the 21st of July of that bloody 1979 the head of the police of Palermo Boris Giuliano is killed. The killer is then identified as the boss Leoluca Bagarella, one of the main protagonists of the mafia history to come.
Two months after Giuliano, the judge Terranova and his driver Lenin Mancuso are killed, and among the killers we see Bagarella again, and Giuseppe Madonia.
1980 begins again in blood with the homicide, on the 6th of January, of the president of the Region of Sicily, Piersanti Mattarella. Two months later another protagonist appears on the scene with an inquiry that discovers a massive traffic of heroin from Sicily to the United States via Milan, the young prosecutor substitute of Palermo, Giovanni Falcone. It is the inquiry best known as "Pizza Connection". Reconstructing the traffic of drugs and gathering evidence, Falcone and the FBI gave origin and concluded one of the most important trials in history.
Luca Rinaldi | @lucarinaldi

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