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storture

Da Loredana V. @lorysmart

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Dopo 40 anni forse ci si accorge che qualcosa non va nel meccanismo dell’IVA.

Se lo stesso pubblico ministero, e non soli il Gip, chiede l’assoluzione di un imprenditore aretino che, causa mancati pagamenti da parte dei suoi clienti, si è trovato impossibilitato a far fronte al pagamento del tributo, pena il fallimento della sua azienda ed il licenziamento dei suoi dipendenti, forse qualcuno inizia a chiedersi se si può agire in un altro modo. Un conto è l’evasione propriamente detta, ossia la non registrazione di corrispettivi incassati e riscossioni in nero, un altro è il mancato versamento di un’imposta relativa a fatture regolarmente emesse e mai incassate. Non sarebbe più semplice emettere delle note di spesa, come fanno tanti professionisti, dagli avvocati ai commercialisti, comprensivi dell’imposta, e rimandare il pagamento della stessa solo a riscossione avvenuta contestualmente all’emissione del documento fiscale? Perché un imprenditore deve anticipare una imposta su un importo che ancora non ha percepito (magari dallo Stato stesso)?

Ed ora c’è invece il nodo di Equitalia (quella parola “equi” mi disturba assai…), che a fronte del debito primario di circa 150mila euro, tra sanzioni ed interessi di mora ha praticamente raddoppiato il debito in soli 5 anni. Se non è usura questa…

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