indietreggiare:indietreggiare non vuol dire scappare. Nella fuga si voltano le spalle, non ci si gira a guardare. Passi lunghi e ben distesi all’indietro permettono invece di osservare la propria storia in relazione a se ed agli altri. Indietreggiare significa far luce, permettere alla luce di evidenziare la propria ombra, quella distanza necessaria per definire i propri contorni, né più piccoli né più grandi, i nostri. In assenza di terribili "bombe intelligenti" che piovono dal cielo, in prima linea nelle guerre tocca sempre combattere, il davanti diventa il luogo dello scontro e non dell’incontro, ma è nelle retrovie che si organizza la vita, si cerca di far fronte alle difficoltà, si tenta di salvare il compagno ferito. Indietreggiare è l’opposto di avanzare, inoltrarsi cioè negli altri, riducendo il loro spazio, negando inconsapevolmente all'altro la possibilità stupenda di venire incontro. Anche l'eccesso di generosità può diventare invasione prepotente. La psicologa Gianna Schelotto ha scritto un libro esemplare che si intitola “Per il tuo bene”; attraverso l’analisi di alcuni casi insegna a diffidare con determinazione di coloro che ti dicono –lo faccio per il tuo bene- scappare a gambe levate, sono pericolosissimi, molto più proficuo sbagliare da soli. Può capitare, se si è fortunati, che la fuga iniziale si trasformi, strada facendo, in un salutare indietreggiamento consapevole.