- A ogni strage gli esperti sceverano sia il disagio mentale dei colpevoli che la storia politica dei cittadini americani. Sappiamo ormai tutti per quali ragioni ritengano inalienabile il proprio diritto ad armarsi.
- Non me la sentivo di ripetere inutili citazioni e avevo deciso di non parlarne qui, ma ho trovato nel web questa terribile pagina di giornale. Guardiamola. A sinistra c’è Obama piangente, quale ce l’ hanno mostrato i telegiornali in sequenza; a destra la colorata pubblicità natalizia di fucili e pistole. Strenne gradite, malgrado tutto.
- Un commentatore si chiedeva quanti genitori avrebbero partecipato ai funerali di quei venti bambini tenendo in tasca un’arma. A me viene di chiedere quanti hanno l’ hanno regalata o messa a disposizione dei figli. E si saranno sentiti orgogliosi della loro capacità di usarla.
- Perché all’assassino, il ragazzo “difficile” che ha ucciso anche lei, sua madre aveva insegnato a sparare. Per carità, generalizzare è pericoloso. La dimestichezza con le armi non è sinonimo di violenza; non demonizzo la caccia o neppure la difesa personale. Ma negli Usa ogni cittadino, neonati compresi, possiede un’arma da fuoco e mezzo. Troppe, non c’è storia patria che tenga.
Piangiamo amaramente anche noi, vicine alle loro nonne straziate, i piccoli uccisi nella loro scuola. Piangiamo le loro coraggiose maestre ( potrebbero essere figlie o nipoti), che sono morte per proteggerli, riuscendo a salvarne tanti.
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