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Strage sull’infanzia

Da Maurizio Lorenzi

Strage sull’infanzia

di Ennio Di Francesco

Strage sull’infanzia
L’eccidio in questi giorni di teneri bimbi e coraggiosi insegnanti nella quieta scuola di Newtown in Connecticut è l’ennesimo episodio nello tzunami di fuoco da armi facilmente ottenute; qui addirittura per il sollazzevole passatempo di una “mamma” con problematico figlio. Ed ecco ora la litania di lacrime e sdegno, riflessioni e promesse! In diretta anche del presidente Obama. Ma quanto essa potrà in un paese che sul commercio “civile” di firearms manovra miliardi di dollari e dove le “armerie” competono con gli “alimentari”; dove anche John e Bob Kennedy hanno tragicamente fallito? E’ ineluttabile agire, specie se si pensa all’innesco giovanile in agguato! Non era sedicenne lo studente che anni prima nel Red lake School in Minnesota sparò uccidendo diversi compagni e insegnanti? E quanti giovani in altre tragiche analoghe notizie, poi archiviate? Ma non si trova tempo e volontà per riflettere su cosa stia succedendo ai giovani della società dei consumi e su quale incontrollabile istinto li spinge talora a uccidere e uccidersi. E non solo negli Stati Uniti, dove le armi sono a portata di mano! Si pensi agli eccidi di Kauhajoki e Tuusula in Finlandia, alla recente carneficina sull’isola di Utoya in Norvegia. Comune denominatore: sparatori giovani in un rituale quasi da film sognato. E da noi? Pur senza armi da fuoco, non sono lontani gli eventi di Omar ed Erika, di Amanda e Raffaele, dei tredicenni assassini del pozzo di Sicilia, dei “figli di satana” di Chiavenna..? Che non ci sia qualche connessione da approfondire? Ma tutto si archivia: riflessione e coscienza! Tali eventi non sono la punta di un iceberg sull’inganno educazionale dell’infanzia? A chi può sfuggire che i persuasori del marketing considerano i bimbi solo un “serbatoio di investimento” da sedurre con messaggi subliminali? Farli sentire forti, invincibili, giustizieri; magari con armi che vomitano fuoco e morte.

Strage sull’infanzia
Pur avendo la scienza provato che gli stimoli da loro assorbiti condizionano strati profondi della coscienza, gli “adulti” continuano imperterriti l’opera! Nel mondo in cui tutto è numero, chi calcolerà il “prodotto formativo” dei videogiochi che, sotto l’occhio distratto di genitori, insegnano ad aggredire ed uccidere? “Ma stanno così buoni, anche in pizzeria!” l’ebete risposta. E che importa se ciò farà forse un giorno saltare il border-line di equilibrio in fughe nella droga, nell’alcol, nell’ebbrezza di guida, nei sempre più frequenti suicidi o furie omicide? Una recente sentenza della Corte Suprema statunitense ha vietato controlli sui giochi destinati ai minori, in nome della libertà di formazione. In questa ipocrita spirale viene da chiedersi se la “dissacrazione dell’infanzia” non sia una delle vie più sottili e perverse di autodistruzione dell’umanità. Spaventarsi ed agire: lo esigono i sorrisi spenti nel sangue e nel terrore dei bimbi della scuola materna a Newtown-Stati Uniti.

Tratto da www.enniodifrancesco.it


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