17 maggio 2012 Lascia un commento
Finzione durissima ma la realta’ sapra’ essere ancora piu’ dura.
Ora, la domanda e’: puo’ l’incesto e la violenza domestica essere un punto di partenza non dico trascurabile ma certo non conclusivo per la storia di un film?
Con la liberta’ della propria arte, sempre che la propria arte la si sappia professare, allora si, e’ possibile.
Film impossibile da realizzare oggi in Occidente eppure gran parte dell’immaginario viene dalle nostre parti, attingendo a piene mani dal gotico Tim Burton innanzitutto, dai videogiochi di American McGee, citando Kubrick, le menti ad incastro di Lynch padre e i tagli di Lynch figlia, lo "Show time" di Bob Fosse e i finali a sorpresa dei mostri invisibili di Palahniuk, tutto quanto condito ovviamente in salsa di soia.
Definirlo scabroso e’ usare un eufemismo eppure e’ piu’ la sorpresa che lo scandalo a caratterizzare immagini forti e contenuti non di minore impatto. La volgarita’ e’ nell’uso improprio dell’immagine e nella parola e al contrario di quanto talvolta viene spacciata per arte pur essendo bieca pornografia, in questo film ogni scena e’ funzionale alla conclusione, anch’essa prevedibile eppure imprevista.
Struttura a rimandi e scatole cinesi, chi mente, chi dice il vero, dove sta la verita’ e chi racconta che cosa; piu’ difficile spiegarlo che vederlo. Sceneggiatura originale di Sono da premiare sotto ogni punto di vista e altrettanto si potrebbe dire del film, non fosse per la parte conclusiva che con dieci minuti in meno sarebbe stata perfetta.
Storia diversa ma non per tutti, mente pronta e assenza di malizia il prerequisito fondamentale.
Lo stomaco forte aiuta.