Roberto Panciatici - iPhone Autoritratto - Copyright 2001 Roberto Panciatici
Strani giorni, vivi-amo strani giorni. E non mi riferisco alla canzone di Franco Battiato, anche se il ritornello suona più o meno così.
Avrei veramente tanto di cui scrivere, il problema è che non so quanto sarebbero lucidi i miei ragionamenti. Sì, ché sono giorni, questi, in cui mi altaleno fra le emozioni e le situazioni: in alcuni momenti fremo, mi agito, letteralmente vibro per l’energia che mi sento dentro, quasi a scoppiarne, e in altri mi fermo a pensare, a leggere, a fotografare, a sognare, ad ascoltare, a esplorarmi. Sono giorni di carico e scarico, giorni in cui il mio continuo oscillare mi fa volare e cadere così velocemente da rigirarmi lo stomaco. Sono belle sensazioni, certo, significa che sono vivo, che vivo!, e non è una cosa così scontata.
A dire il vero io ho bisogno di queste sensazioni, di sentire la vita che preme dal di dentro e si agita, forte, dentro la pancia, una vita che è un pò come una droga a cui assuefarsi, che è come un bisogno primordiale, come una fame che non posso, e non voglio, dominare, una fame che non si estingue mai, una fame che anche inconsciamente tendo ad alimentare costantemente. A tal proposito, una persona a me molto cara mi ha regalato un libro, la “Biografia della fame”, e nella prima pagina ha scritto queste parole:
L’assenza di fame è un dramma al quale nessuno ha mai rivolto la propria attenzione.[Amèlie Nothomb, Biografia della fame]
Concordo così tanto con questa frase che avrei voluto scriverla io stesso. Nessuno dovrebbe negare a se stesso di essere affamato, soprattutto di quelle emozioni che hanno in sè la vita, ma è anche vero che non si può sempre oscillare, sebbene sia una cosa meravigliosa prendere fiato e perderlo l’attimo dopo. Inizio a sentire il bisogno di poter spendere tutte le mie energie in una direzione, in un percorso che abbia un senso, altrimenti rischierò solo di girare in tondo e di non combinare nulla. Come sempre accade in questi casi, ovvero quando non siamo in grado di decidere ma solo di seguire il vento, la vita ci mette davanti la strada, o le persone, di cui abbiamo veramente bisogno. Nel mio caso questa strada è piuttosto semplice da seguire, e credo, e spero, porterà gran chiarezza. Di cosa parlo? Manca poco alle mie ferie, ecco di cosa parlo! Ho appena fatto il check-in online e non sto più nella pelle! Fra un paio di settimane ripartirò per l’Inghilterra, meta che attualmente vedo come un meraviglioso miraggio, ma di questo parleremo poi perché al momento è troppo presto, anche se sento che stavolta sarà veramente importante per me partire, sarà un pò come mettere un punto a tante situazioni sospese, a tante indecisioni, alle mie e a quelle di chi mi sta intorno, e sarà come ricominciare, finalmente, da zero. Sì, perché quando sei lontano, in qualche modo, tutto si fa più chiaro. Le persone che realmente ti mancano sono quelle che vorresti al tuo fianco, specialmente quelle con cui sogni di dividere o costruire qualcosa, e quelle a cui mancherai, di conseguenza, saranno quelle che ti vorrebbero, veramente, al suo. Un modo per far chiarezza piuttosto semplice, eppure molto efficace. Nessuno può fingere con la propria pancia, nessuno, alla lunga, può ingannare la propria fame, e le mie ferie saranno sufficientemente lunghe da mettere o togliere qualsivoglia appetito.
Beh, direi che mi sono dilungato anche troppo, ora è tempo di dirvi: enjoy my iPhone diary
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Scrivendo questo post, peraltro iniziato con una frase che ricorda una canzone di Franco Battiato, mi è venuto in mente un verso di una canzone di Jovanotti che mi si addice particolarmente:
La vita mi va bene se si sente,se c’è un po’ di corrente,
se c’è da attraversare qualche ponte,
se c’è da immaginare un orizzonte .
[Lorenzo Cherubini, Nel mio tempo]