
Si è parlato davvero poco del disastro ambientale del fiume Chienti. Eppure quello che abbiamo appreso dalle cronache è più che allarmante, anzi, il quadro dipinto immediatamente dopo i fatti è catastrofico: l’ultimo tratto del Chienti ha visto distruggere il proprio ecosistema a causa dello sversamento di liquami da una centrale a biogas nei pressi di Casette D’Ete. Sembra che i liquami siano finiti per errore nel fiume, ma il titolare della ditta è stato immediatamente denunciato dal Corpo Forestale dello Stato per danneggiamento aggravato di acque pubbliche. Giustamente.
Ricordiamo che la ditta in questione acquista ortaggi e li trasforma per il mercato, fornendo lavoro a molte aziende agricole locali. Gli scarti della lavorazione vengono utilizzati nella centrale.
Il disastro pare sia stato enorme, eppure, dopo il clamore iniziale, non se ne è più parlato. La stampa tace ma soprattutto tacciono i tanti comitati contrari alle varie centrali a biogas o biomasse che sono sorte e stanno ancora sorgendo sul nostro territorio a causa della dissennata politica energetica della Regione Marche. Di queste centrali che, come vediamo, possono diventare estremamente pericolose, ne stanno sorgendo davvero molte e quasi in ogni sito è sorto un comitato che si oppone alla loro realizzazione e al loro utilizzo. Questi comitati spesso sono collegati tra loro.
Come mai in questo caso, che oltretutto fornisce un precedente gravissimo e impugnabile da chi si batte contro le centrali, non si è sentita la voce dei comitati? Non è passata o non si è proprio alzata?
Luca Craia