Stravince Renzi. E’ la fine dei comunisti nel Pd!

Creato il 09 dicembre 2013 da Freeskipper

Matteo Renzi, come ampiamente previsto, è il nuovo segretario del Partito democratico. Il sindaco di Firenze si prende il Nazareno, per il momento. I militanti del Pd con il voto delle “primarie” hanno di fatto cancellato la vecchia nomenklatura e sbattuto la porta in faccia a quel poco che ancora restava di “comunista” all’interno del Pd.  Per i comunisti pesantemente sconfitti e rimasti una sparuta minoranza a Largo del Nazzareno, adesso non resta che “abbozzare” oppure traslocare e cambiare casa! Matteo Renzi vince la sua sfida contro l’antipolitica portando alle primarie, nonostante timori e pronostici della vigilia, circa 3 milioni di votanti. Un trionfo per Renzi, che raggiunge il 68%, lasciando Gianni Cuperlo al 17,9, poco distante da Pippo Civati al 14. Un successo che dà lo scettro del Pd al rottamatore, pronto a marciare verso Palazzo Chigi. Renzi, nel suo primo discorso da segretario, è stato fin troppo esplicito: “Ora tocca a noi! Tocca ad una nuova generazione. E questa volta il cambiamento sarà vero”. Poi un riferimento al vaffa-day di Grillo: “40mila persone si sono raccolte per dire ‘vaffa’; oggi oltre due milioni di persone sono andati a votare per la proposta”. Quindi il neo-segretario suona la carica: “Da oggi non c’è alibi per nessuno. Chi ha votato oggi ci ha dato l’idea che si possa ancora credere nella cosa pubblica, che il coinvolgimento può ancora cambiare le cose”. Renzi ribadisce: “Adesso tocca a una nuova generazione, che però non farà a meno dell’esperienza dei più anziani. Adesso tocca a noi guidare la macchina”. Sfuggente la battuta sul governo Letta: “Abbiamo l’ambizione di cambiare l’Italia, non uno o due ministri. Ai teorici dell’inciucio, a chi vuole tornare indietro, oggi due milioni di persone hanno risposto no grazie”. Matteo ribadisce poi il suo programma: “Legge elettorale maggioritaria, taglio ai costi della politica, abolizione del Senato. Non saranno i saggi a cambiare le cose – conclude – è con il voto di oggi che dovranno cambiare”. Non ci resta che attenderlo alla prova dei fatti. Di chiacchiere finora se ne son fatte tante, troppe, e di promesse pure. Adesso servono solo atti concreti!


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