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Streaming: le regole del gioco, di Grillo

Creato il 27 marzo 2013 da Paz83

Ne avevo discusso con una mia amica neo eletta deputata del PD proprio alcuni giorni prima della direzione nazionale del PD che poi si sarebbe sviluppata in una lunga interminabile direttona streaming di oltre sei ore. Sei ore di assensi e consensi (reali?), a parte una manciata di eccezioni, ai punti del piano del segretario Bersani.

Quella domenica mattina davanti ad un caffè con la mia amica si valutava la convenienza o meno della cosa, non quella di Grillo, ma quella del PD. La moda, scoppiata improvvisa, di fare dirette in ogni dove e per ogni situazione. Quanto poteva essere producente?

Poco. In una diretta, come molti oggi cominciano a sottolineare, o ribadiscono (Dino Amenduni e Giovanni Cocconi ad esempio), non è detto che vengano fuori le vere motivazioni, il reale pensiero. In parole brevi: a porte chiuse ci pesta metaforicamente a sangue, lo scontro è duro, ma si mette (in teoria) tutto sul tavolo, senza paure di sfigurare davanti alla platea.

La cosa che mi urta, e lo dico sinceramente, è che in questa fase il PD ha voluto, e ribadisco voluto, seguire il M5S in questa messa in scena. E il fatto che il PD si pieghi a seguire improvvisamente dinamiche che, per natura, non gli sono consone, solo per avvicinarsi di più al trend del momento non mi ha dato l’idea di un partito che sa, in maniera ferma, cosa fare e dove andare. Situazione che poi mi pare si fosse palesata anche in campagna elettorale (se così la possiamo definire).

Quello che personalmente percepisco dalle dirette non è tanto una volontà di trasparenza, ma un disperato tentativo di inserirsi in un gioco le cui regole non sono state decise a tavolino da tutti i contendenti. Sono le regole di Grillo, che poi, come si è visto, cambia a proprio vantaggio: porte chiuse, porte aperte, ancora chiuse, ancora aperte.

Ora la lezione dovrebbe essere chiara, smettiamola per favore.


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