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IL SOCIAL NET, I GIARDINETTI E IL CALZINO SPAIATO: INTERVISTA A FRANCESCA SANZO
Blog: Francesca, lei è decisamente sia donna che essere pensante: ma lei, oggi, come si sente?
F.S: Tutte le donne sono pensanti, solo che alcune non lo sanno, oppure preferiscono scegliere strade alternative che oggi sembrano più fruttuose. Io oggi sento che se non faccio qualcosa per affrontare quella che ritengo un’era molto buia per l’Italia, me ne pentirò per tutta la vita. Allora faccio e quando le cose raggiungono anche solo piccoli obiettivi, mi sento molto meno inutile a me stessa e a mia figlia.
Blog: Donne Pensanti è il primo social network di "resistenza attiva 2.0". Che cosa significa essere resistenti per una donna, oggi?
F.S: Credo voglia dire prima di tutto esercitare spirito critico per non cadere negli stereotipi che vanno per la maggiore e trovare la via più giusta per noi per proporre alternative positive.
Blog: Perché una donna pensante dovrebbe partecipare a questo network?
F.S: Per troppo tempo abbiamo creduto di essere sole, inadeguate: monadi che se riflettono sulle cose lo fanno nella privacy della propria stanza. Abbiamo guadagnato una stanza tutta per noi, ora dobbiamo renderci conto che il senso di inadeguatezza alla partecipazione collettiva è un fenomeno indotto e non la realtà. Partecipare al network significa uscire dalla propria stanza e agire attivamente per una rivalutazione della persona e delle sue tante specificità, a prescindere dai modelli merceologici che si sono naturalizzati nel nostro Paese.
Blog: E come si fa?
F.S: Il social net di donne pensanti è una specie di face book: ci si iscrive e dopo aver ottenuto login e password si può partecipare attivamente scrivendo post, attivando forum di discussione, dialogando con gli altri partecipanti. All’interno del social net è anche possibile iscriversi ai gruppi territoriali per elaborare iniziative locali, concordate con noi. In ogni caso, è già importante avere un luogo dove proporre e discutere, trasversalmente alla politica istituzionale.
Blog: Mi sono innamorata del "WIKI" di Donne Pensanti, la trovo un'idea geniale: ci spiega cos'è?
F.S: Il wiki è un sito partecipativo: chiunque è abilitato può modificare le pagine aggiungendo contenuti. Ci serve per indicizzare le risorse e i progetti simili al nostro, per fare rete senza disperdere energie. Attualmente ho attivato anche una sezione sulla comunicazione svilente dove chiunque può segnalare messaggi pubblicitari, televisivi e altro che sono svilenti per il femminile. Ogni 6 mesi donne pensanti (che sarà presto associazione) redigerà un documento a cui vogliamo dare la più ampia diffusione virale e mediatica. Il nostro strumento, l’unico davvero efficace per far si che chi si occupa di comunicazione ci pensi sempre prima di usare il facile stereotipo della donna-corpo per vendere, è il passaparola della rete. Assicuro che funziona benissimo ed è fondamentale nella costruzione della reputazione.
Blog: "Testimonia il femminile": un progetto e presto un libro. Ci dica qualcosa in più!
F.S: Si tratta di una raccolta di testi che prima sono confluiti in un blog e ora in una pubblicazione. I testi sono brevi testimonianze di donne e uomini su modelli alternativi di femminile. Un modo per dire che non esistono solo le veline, le casalinghe, le mamme o le escort ma anche tantissime altre donne che in modi a volte difficilissimi hanno scelto strade diverse e non si piegano agli stereotipi più in voga.
Blog: Ma ci parli un po' di lei nella real life...Chi è Francesca Sanzo?
F.S: Una persona normalissima: ho una figlia e un non marito, lavoro come web content manager e al pomeriggio passo molte ore al parco giochi con la mia bimba. Ma la mia real life è anche impegnarmi per contribuire con poco a rendere questo Paese un posto più complesso di quanto non sia oggi. La rete è il mezzo, la real life il fine.
Blog: E' vero che lei non ha la televisione?
F.S: Non ho guardato la televisione per 4 anni. Poi – soprattutto recentemente – ho capito che non è tenendo me stessa e chi amo lontana dalle cose che non condivido che posso emanciparmi da esse o operare un cambiamento. La televisione è tornata, sabato scorso. E ho fatto una cosa su cui mi ha fatto riflettere Lorella Zanardo: mi sono immersa nel programma del sabato sera di canale 5 e l’ho smontato pezzo a pezzo per capire come, con quali meccanismi e perché il corpo femminile (ma anche l’immaginario femminile e maschile) venga svilito così tanto. Ho capito molte cose del nostro Paese e della deriva culturale a cui stiamo arrivando, sabato sera.
Blog: Francesca in Rete è anche Panzallaria: ce la fa un po' conoscere?
F.S: Tutto è nato da Panzallaria, un blog a cui ho dato vita nel 2005 e dove racconto aneddoti di vita in forma ironica per esorcizzare le mie numerose insicurezze. Con il tempo è diventato un posto prezioso dove riflettere sul mondo in maniera scanzonata, dove il mio essere mamma imperfetta trova posto e narrazione e dove a volte parlo anche di politica. Insomma è il diario di una parte di me e soprattutto è una palestra di scrittura. Io amo scrivere e farlo sapendo di essere letti è molto diverso che nel privato del proprio quaderno.
Blog: In questi giorni è a teatro "La rivincita del calzino spaiato", il primo spettacolo ispirato e tratto dal suo blog personale (www.panzallaria.com). Come è nata quest'idea?
F.S: Ho scritto un numero considerevole di post in questi anni, ho creato personaggi, ho raccontato il lato B della maternità per promuovere un modo non stereotipato (non mi piacciono nemmeno lì gli stereotipi) di essere mamma. Ho pensato che il posto migliore dove far vivere personaggi come le mamme talebane, gli uomini single o i malefici lettini da campeggio per bambini fosse il teatro e ho avuto la fortuna di incontrare un’attrice – Anita Giovannini – e una regista, Alessandra Frabetti, che ci hanno creduto come me.
Blog: Di cosa parla lo spettacolo e dove possiamo vederlo?
F.S: I temi spaziano dalle esperienze tragicomiche di una mamma alle prese con svezzamento, lettini da campeggio e mamme talebane, per arrivare a raccontare gli uomini di trent’anni visti dalle loro coetanee. Prendere la vita a panzallaria non significa vivere superficialmente ma con ironia e leggerezza per cercare il lato buono delle cose, l’aspetto comico delle situazioni e uscire meno sgualciti dalle nevrosi della nostra società.
Lo spettacolo tenta di smascherare in modo scanzonato le imperfezioni di chi rifiuta le sbavature e ha intrapreso una lotta senza quartiere contro gli aspetti più inquietanti dell’essere madre oggi.
Lo spettacolo è in anteprima nazionale a teatro l’8 maggio. Al Teatro Verga di Milano. Sul mio blog si trovano tutti i dettagli.
Blog: Francesca, cosa vorrebbe dire alle lettrici donne di questa intervista? E ai lettori uomini?
F.S: Oggi abbiamo uno strumento che è la RETE con la quale molte persone stanno cercando di cambiare il loro mondo, di riportare tra la gente il senso più profondo della politica (vedi ad esempio Yoani Sanchez). Io ho provato sulla mia pelle (vedi caso Sanremo) che se si portano avanti discussioni proficue, non violente ma incisive e argomentate, il passaparola è un’arma di resistenza fortissima e che può innescare cambiamenti a catena e riflessioni collettive.
Non dimenticatelo.
Ognuno di noi – perfino la mamma dei giardinetti (la sottoscritta) che vive nelle case popolari – può contribuire a migliorare lo stato in cui versa questo Paese. Non è vero che tanto non cambia niente. Se siamo abbastanza, possiamo cambiare tutto.
Blog: Grazie per aver partecipato a questa intervista. Vuole aggiungere qualcosa?
F.S: Grazie a te che hai saputo fare domande non scontate e grazie a chi ha voluto leggere. Vi aspetto, uomini e donne, per affrontare insieme l’emergenza del modello merceologico femminile che è solo lo specchio della devastazione culturale in cui versa il nostro Paese su www.donnepensanti.net.
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