Scrivo poco.
È che sono come esaurita.
Ma giusto un filo…
Due settimane a tu per tu con Saruccia sono un’esperienza devastante.
Che mi ha riportato indietro a quando non andava a scuola.
E a casa si annoiava a morte.
Ed era partita la regressione all’età dell’asilo, accompagnata da un numero imbarazzante di capricci e strepiti.
Sono alla frutta.
Spremuta, frullata, tagliuzzata e pure cotta a puntino.
Fate voi.
No per carità. Ora non pensate che non le voglia bene.
È mia figlia.
L’adoro.
Mi butterei sul serio nelle fiamme per lei.
Ma non vedo l’ora che arrivi lunedì per farla tornare a scuola.
L’unica cosa che mi rende più sopportabile questo tormento e’ la consapevolezza che le sue vacanze estive dureranno un mese ( e che resterà a scuola fino alla fine di luglio).
Sono cattiva?
No e’ che penso al fatto di avere meno problemi nel gestire vacanze e lavoro rispetto a prima.
Per fortuna il tempo non è stato totalmente uno schifo e, ogni tanto, siamo riuscite ad uscire.
E a distrarci un po’.
Questo e’ un periodo strano per me.
Stanno succedendo molte cose.
Alcune belle, altre decisamente meno.
Alcune portano un punto interrogativo, ma hanno il gusto agrodolce dell’attesa.
E vorrei scriverne fino a consumare la penna (o le dita).
Ma per una volta scelgo il silenzio stampa.
Che fa tanto VIP snob.
Ma che mi serve per restare con i piedi per terra.
Per non sperarci troppo (che, in caso, faccio sempre in tempo a rallegrarmi e ad ubriacarmi col mio canonico mezzo bicchiere di vino bianco…).