Dopo esattamente una settimana dalla Coppa Italia più discussa degli ultimi anni, a causa di episodi che hanno sporcato ancora di più l’immagine del calcio italiano, ecco l’ennesimo orrore trasformato in uno striscione. In questi giorni, abbiamo assistito a tante trasmissioni televisive dove si è parlato quasi esclusivamente dei fatti accaduti all’Olimpico di Roma il 3 Maggio proprio per la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Si è parlato di una maglietta offensiva indossata dal capo ultras del Napoli, che inneggiava a colui che è ritenuto responsabile della morte dell’Ispettore Filippo Raciti, morto durante gli scontri tra ultras a Catania nel 2007, si è parlato di un’ipotetica trattativa, successivamente poi smentita, con gli ultras del Napoli ma evidentemente si è parlato poco di quello che realmente è accaduto principalmente. A ricordarcelo a distanza di una settimana è un semplice striscione esposto tra i tifosi della Roma all’Olimpico, durante la partita contro la Juve, tra gli spalti sventola fiero uno striscione “Forza Daniele”. Un nome che così può apparire comune a molti e invece appartiene a colui che quel 3 Maggio è uscito di casa per creare la guerra, lui che in quella partita non aveva preferenze calcistiche, Daniele De Santis che il 3 Maggio ha deciso di rovinare quella che doveva essere una festa,sparando a dei napoletani, semplicemente perchè accecato dall’odio. E’ li fiero e maestoso quello striscione, spavaldo come se portasse con se una scritta di cui andare fieri,quella scritta che oggi non offende solo le famiglie di quei ragazzi feriti e ancor di più la famiglia di Ciro Esposito, il ragazzo che tra tutti ha avuto la peggio ma offende tutto il popolo napoletano che aspetta con ansia una risposta da parte del giudice sportivo. Intanto all’Olimpico tra striscioni beceri e cori anti-napoletani, anche James Pallotta si piega al comando ultras. Dopo aver deciso di non far sfilare i propri giocatori sotto la Sud, è costretto a cambiare idea per evitare possibili malcontenti tra i tifosi, scendendo così ad un silenzioso compromesso col popolo degli ultras. La penultima giornata di campionato per la Roma si chiude così, in un clima di odio verso il popolo napoletano, un odio scritto e cantato dalle curve che per decisione del giudice sportivo non saranno presenti all’inizio di campionato, costringendo così la Roma a rinunciare ad una parte (solo) del suo pubblico.
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