Provate a chiedere ad uno straniero quali sono le tre cose che per lui rappresentano l’Italia. Al 90% dei casi vi risponderà: pasta, pizza e…moda!
Tralasciando, per il momento, la buona cucina, non possiamo non prendere in considerazione uno dei settori in cui l’Italia, da anni ormai, si impone a livello internazionale: la moda. Settore in costante crescita ed estraneo all’attuale crisi che ha investito il nostro paese, la moda italiana vanta una lunga tradizione, iniziata negli anni ’50 a Firenze con la prima sfilata organizzata dal marchese Gian Battista Giorgini, occasione durante la quale si distinsero le sorelle Fontana e la maison Emilio Pucci. Da allora in poi, lo stile italiano è riuscito a conquistare l’attenzione e la fiducia del mercato internazionale. Attualmente, i nostri brand veicolano con successo l’immagine dell’Italia oltre i confini europei, contribuendo a rendere riconoscibile il prodotto made in Italy attraverso gli standard qualitativi in termini di ricercatezza, originalità e pregio dei materiali.
Diversi sono gli Istituti pubblici e privati specializzati nel settore moda, i quali offrono ai giovani talenti numerosi corsi, master o stage formativi. A Roma, ad esempio, si va dal corso di laurea in ‘Scienze della moda e del costume’ organizzato dall’università pubblica ‘La Sapienza’, a corsi più specifici e ad indirizzo pratico offerti dalle diverse accademie: ‘Di costume e moda’, ‘Altieri’ , ‘Koefia’, o ancora, dall’Istituto Europeo di Design ‘IED’. Affiancare il talento e l’estro necessari ad una solida preparazione di base, è il binomio perfetto per farsi strada in questa affascinante realtà.
Se da un lato però, l’università pubblica vanta docenti esperti nel settore e offre un’ottima base teorica sulla storia del costume, dall’altro non è in grado di proiettare lo studente nel mondo reale e pratico dell’industria della moda. È bastato incontrare Fabiana Pino, laureanda in Scienze della moda e del costume per capire come, in questi casi, un corso di laurea non è sufficiente. Fabiana, per colmare i vuoti lasciati dall’Università, ha dovuto provvedere da sola attraverso incontri, stage semestrali e scuole di specializzazione a completare la sua formazione. Attualmente lavora come stagista presso la ‘Fondazione Annamode’, esperta nel disegno del figurino, realizza “creazioni” sorprendenti che le hanno consentito di collezionare ottimi voti. Noi di The Freak le abbiamo chiesto cosa l’ha spinta a intraprendere gli studi nel settore moda, se si ritiene soddisfatta del percorso intrapreso, quali sono le sue prospettive lavorative e i miglioramenti da apportare al sistema universitario in quest’ambito. Ecco cosa ci ha risposto:
“Non mi sono mai resa veramente conto che per la moda nutrivo una reale passione finché, terminato il liceo, non mi sono trovata di fronte ad una scelta. Tutto quello che più mi interessava approfondire era la letteratura, eppure sentivo che ciò non mi bastava; ho scelto di guardare più lontano e capire a quale mondo avrei voluto appartenere. Da qui, la scelta di trasferirmi a Roma e mettercela tutta per diventare un giorno una stilista. E’ straordinario poter disegnare, creare nuovi abiti e definirlo un lavoro. Quando mi sono iscritta al corso di ‘Scienze della moda e del costume’ offerto dall’Università La Sapienza, è stato come svelare a me stessa un sogno che fingevo di non conoscere; non è stato facile tentare di concretizzare una fantasia, ma credo sia giusto dare voce alle proprie passioni, non c’è tempo per lasciarle indietro. Se ami la moda, la moda che riesce a diventare arte, non importa che percorso intraprendi: autodidatta, università o scuola privata, contano solamente volontà e umiltà. Io ho scelto la Sapienza consapevole di intraprendere un percorso non predisposto allo studio di materie pratiche, non posso ad esempio contare sul supporto concreto di laboratori di taglio, di confezione o di disegno, è vero. Non avrei mai potuto però rinunciare allo studio di materie che potrebbero sembrare non strettamente collegate con il mondo della moda, ma che sono in realtà imprescindibili per comprenderne a fondo le dinamiche e le problematiche. Mi occupo, fuori l’università, di tutto ciò che manca alla mia formazione. So che sono molte le ragazze che vorrebbero studiare moda, ma che rinunciano a fronte del fatto che in questo settore è difficile trovare la propria dimensione. Personalmente ho ancora troppo da imparare, ma non posso immaginare un modo diverso di investire le mie forze e le mie speranze se non tentando di raggiungere i miei obiettivi con passione. E’ l’amore per l’arte che mi ha spinto ad esplorare le mie capacità espressive nell’ambito della moda.”
Fabiana ci racconta una realtà complessa, un percorso a ostacoli in cui non è facile emergere. La sua esperienza allo stesso tempo testimonia il fatto che, individualmente e con tenacia, è possibile raggiungere i propri obiettivi. Ad oggi, sta arricchendo il suo curriculum, sfoderando non solo un’ottima capacità di analisi della moda passata, ma anche di osservazione delle esigenze del mondo moderno in modo da poter, un giorno, offrire spunti, passi avanti e anche azzardi ai futuri fashion victims.
A cura di Cristina Comparato e Ludovica Colacicco
Di seguito, alcuni lavori di Fabiana Pino: