Durante l’incontro con gli ambasciatori del 9/1/12, Benedetto XVI ha parlato della famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo con una donna, la quale «non è una semplice convenzione sociale, bensì la cellula fondamentale di ogni società. Pertanto, le politiche lesive della famiglia minacciano la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità. Il contesto familiare è fondamentale nel percorso educativo e per lo sviluppo stesso degli individui e degli Stati; di conseguenza occorrono politiche che lo valorizzino e aiutino così la coesione sociale e il dialogo. È nella famiglia che ci si apre al mondo e alla vita e, l’apertura alla vita è segno di apertura al futuro».
Il Barómetro di dicembre del Centro spagnolo de Investigaciones Sociológicas (CIS), ha confermato proprio l’importanza della famiglia in una società in piena crisi economica e identitaria. La vita familiare, è stato il risultato, è oggi l’aspetto più soddisfacente per i cittadini. La pensa così il 74,8% degli intervistati, a seguire (molto distaccati) la salute o forma fisica, che rende felice il 28,7% e le relazioni secondo l’opinione del 20,7 per cento. Lo stesso accade in Francia, come riportavamo in Ultimissima 10/10/11.
Purtroppo è proprio la sfida della secolarizzazione a minare la stabilità della famiglia (e quindi alla felicità degli individui), e lo si nota nella gioia dei laicisti per ogni divorzio in più. Tuttavia, come ha insegnato Louis Dumont, antropologo francese docente alla Oxford University, «tutte le società che hanno proposto soluzioni collettivistiche miranti alla distruzione della famiglia, dalla città platonica al modello marxista-leninista passando per la severa eugenica “Città del Sole” di Tommaso Campanella (1637) sono state destinate al fallimento. Rileggendo “Il mondo nuovo” pubblicato da Aldous Huxley nel 1932 ci si accorge dove può condurre la volontà di distruzione dei sentimenti paterni e materni».