Le cellule usate dai ricercatori, si legge su ScienceDaily, sono le staminali pluripotenti indotte e rappresentano una realtà alternativa futura alle cellule staminali embrionali.
Il loro primo utilizzo avvenne nel 2006 dall’equipe di Shinya Yamanaka dell’Università di Kyoto in Giappone.
I risultati di tre ricerche pubblicate su Nature all’inizio di marzo, rivelavano che le loro anomalie genetiche, più frequenti rispetto alle cellule staminali embrionali umane, le renderebbero ancora poco sicure per un uso terapeutico.