Recuperiamo la divulgazione. E poi vediamo che succede
Qua dentro gira da un po’ la voce che io sono crisi e che voglio chiudere Stukhtra. Che sono malato. Che mi sono rotto le palle. Che sono oberato da altri lavori. Che preferisco occuparmi di tutt’altro. Tutto vero, almeno in parte. E non sto a dilungarmi, se non nei limiti dello stretto necessario. Però qualche spiegazione ai lettori di Stukhtra la devo, sicché qualcosa dirò.
Un fattore di crisi è presto descritto: sì, mi sono stufato. Mi sono stufato di scrivere di divulgazione scientifica in generale e astronomica in particolare. Perché? Boh! Non lo so. E no, per favore, non state a cercare di psicanalizzarmi nei commenti, perché già ci sto lavorando da solo. E neppure tentate di convincermi che invece la divulgazione è bellissima: lo so, grazie, ma è che proprio non m’acchiappa più. Sarà una crisi di rigetto per una cosa che faccio professionalmente da 20 anni e amatorialmente da 30. Sarà magari una repulsione passeggera, così che fra sei mesi ripiglierò più pimpante e baldanzoso che mai. Sarà che ogni 10 anni io devo (devo!) piantare casino nella mia vita, stravolgerla, cambiare mestiere, mettermi a fare cose che non c’entrano niente con il mio lavoro precedente, inventarmi una professione nuova. Ripeto: onestamente non lo so. Di fatto, così è il presente: se scrivo di scienza (e lo faccio ancora, ché sono un professionista) non godo più come godevo fino a paio d’anni fa. E s’era capito: di cose scientifiche scritte da me qui dentro se ne sono viste pochine, di recente.
Ora, siccome Stukhtra dovrebbe essere anzitutto un piacere (se non altro perché non mi rende niente in moneta sonante), che senso ha insistere, visto che più di metà dei suoi contenuti è di tipo scientifico? Chiudiamo la baracca e buonanotte. Scriverò solo di politica, teologia, filosofia e altre seghe mentali che m’acchiappano di più.
Peccato, però. Peccato, perché Stukhtra ha un suo pubblico affezionato che apprezza proprio i contenuti scientifici e lo spirito con cui li raccontiamo qui. Peccato, perché Stukhtra mi torna utile nei mesi in cui lo uso come palestra di divulgazione scientifica per i miei studenti universitari. Peccato anche perché se, putacaso, fra sei mesi, un anno o cinque anni mi ripiglierà il trip della divulgazione… beh, mi toccherà ricominciare daccapo. Insomma, prima di tirar giù la saracinesca ci voglio pensare bene. E magari trovare una soluzione alternativa.
Beh, la notizia è che la soluzione l’ho trovata: si chiama Michele Diodati.
Ora, chi sia Michele Diodati non sto a spiegarlo. Si spiegherà lui da solo fra un attimo. Per ora dico solo che è competente e scrive con uno stile chiaro ed efficace, che mi garba assai. E lo fa con uno spirito che incarna bene il motto di Stukhtra: “Un fisico è il modo che ha l’atomo di sapere qualcosa sugli atomi”. Molti hanno già visto la firma di Michele qui su Stukhtra quando abbiamo linkato i suoi articoli comparsi su Memoria dello Spazio. Ebbene, da ora in poi (cioè da domani) gli articoli di Michele compariranno su Stukhtra in forma integrale e lui sarà incorporato de facto nella redazione permanente, dove si occuperà di divulgazione scientifica (ma anche di altre cose, se gli verrà voglia di farlo). Lo slancio e la passione di Michele sostituiranno lo slancio e la passione che io non ho più.
Sicché questo problema è tamponato e Stukhtra, almeno nella sua componente divulgativa, può continuare a vivere. Per il resto… ora poi si vede, Ok?
P.S.: Ulteriore cambiamento: non ci saranno più gli infiniti link esterni negli articoli, fonte di grande sbattimento per gli autori e per i redattori. E del resto non ho mai capito se a qualcuno servissero davvero…