Apparentemente non ci sarebbe storia tra i 13 milioni di utenti di StumbleUpon e gli oltre 550 milioni di Facebook, eppure i dati di StatCounter (il tool di web analytics nato nel 1999) parlano chiaro: tra i 15 miliardi di pageview mensili tracciate sul web dal gigante delle statistiche, che tiene d’occhio oltre 3 milioni di siti nel mondo, il piccolo Davide è diventato leader in America tra i social media per volumi di traffico generato (tra gli altri monitorati figurano anche Twitter, Reddit, YouTube, Myspace e Digg) sorpassando a dicembre 2010 il Golia bianco e blu, che fino allo scorso anno conduceva questa particolare graduatoria. Al primo gennaio, infatti, SU è risultato generare il 43% del social media traffic a stelle e strisce contro il 38% di Facebook. Come si evince dal grafico, invece, nel 2010 soltanto a marzo e ad aprile il servizio di “zapping su Internet” aveva sorpassato il social network di Mark Zuckerberg.
L’unica differenza, per altro decisiva per spiegare l’enorme abisso di popolarità tra i due servizi, è che se il social network più popolare del mondo produce per lo più traffico verso le sue stesse pagine StumbleUpon per sua natura tende invece a privilegiare l’accesso alle pagine web ad esso esterne: i suoi utenti, oltre 40 volte inferiori per numero rispetto a Facebook, prediligono un approccio usa-e-getta all’informazione verso la quale sono randomicamente condotti. Solitamente non si fermano molto su ciascun elemento proposto dal network: giusto il tempo di leggere l’articolo, decidere se condividerlo/commentarlo/votarlo o meno e quindi passare all’unità informativa successiva cliccando sul tasto “Stumble!”.
E in Italia? La situazione è un po’ diversa. StumbleUpon di fatto scompare dalla scena, e l’antagonista di Facebook risulta essere…Youtube! Facebook resta comunque ancora leader della speciale classifica, che vede di fatto un duopolio dei due giganti del web con i cinque concorrenti costretti a spartirsi quelle che possono essere definite niente di più che le briciole del traffico generato dai social media. Tuttavia è evidente, osservando l’andamento del grafico, che la prospettiva è destinata a cambiare in breve tempo.
Nel giro di un anno Facebook, che a gennaio 2010 poteva vantare un’incidenza nel settore superiore al 90%, si è fatto via via erodere buona parte dell’ampio margine di vantaggio scendendo – a gennaio 2011 – intorno a quota 60%, con il leader indiscusso del videosharing mondiale che nello stesso periodo è salito dai pochissimi punti percentuali di inizio anno a circa il 35%. L’impetuosa rimonta è partita a luglio e, a parte una breve flessione tra settembre e novembre, Youtube pare proprio aver ripreso la sua corsa verso la vetta assottigliando mese dopo mese il divario sofferto nei confronti del rivale. Twitter? Praticamente non pervenuto.