Stupido è chi lo stupido fa

Da Femminileplurale

Qualcuno potrebbe dire che ogni scusa è buona per parlare (male) di Silvio, che lui è fatto così, è cafone di natura, e, che si deve fare come con i bambini rompi palle e fastidiosetti, non dar loro attenzione ma  ignorarli.

Ma stavolta no. La sua ennesima sparata su Rosy Bindi non rappresenta solo una battuta di cattivo gusto politicamente scorretta, è qualcosa di più. È un sintomo preciso e specifico del modo in cui la società vede e vuole le donne. Berlusconi, suo malgrado e del tutto inconsapevolmente, si fa degno rappresentante di quello che Naomi Wolf nel suo bellissimo libro The beauty mith ha chiamato appunto “il mito della bellezza”.

La battuta non è semplicemente offensiva. Se Silvio avesse fatto la stessa battuta nei confronti di un uomo, i giornali non ne avrebbero nemmeno parlato, perché una battuta basata sulla bellezza non solo non infastidisce e non fa nemmeno ridere se riferita ad un uomo. E il motivo è semplice, il rapporto uomo-bellezza è molto diverso dal rapporto donna-bellezza.

A partire dalla fine degli anni ’70, dopo che le conquiste del femminismo, le donne iniziano a ricoprire ruoli lavorativi fino a 20 anni prima impensabili,  iniziano ad essere consapevoli, mai come in nessun altro periodo storico, del loro valore in quanto esseri umani, si sentono uguali all’uomo e non più inferiori. In questo momento storico inizia a svilupparsi quello che oggi è  un’attenzione ossessiva per il corpo e per la bellezza. Veicolato dalle riviste femminili, che iniziarono a prolificare in quegli anni, il messaggio era chiaro: la cosa più importante è  essere bella. Una donna viene valutata prima di tutto per il suo aspetto fisico e solo secondariamente per le sue capacità.

Ovvio è che non ne hanno colpa gli uomini, il mito della bellezza è uno strumento potentissimo per tenere a bada le donne, per impedire loro il raggiungimento dell’uguaglianza completa e totale. Il mito invade tutti i settori della vita, il lavoro, il cibo, il sesso, l’amore, e gli uomini ne sono altrettanto inconsapevoli e influenzati quanto lo sono le donne. Comportamenti incomprensibili per l’uomo, e che costituiscono lo stereotipo femminile (che pensa solo alle unghie e al parrucchiere, che se gli lasci la carta di credito per fare shopping sono guai, che passa tutta la vita a dieta)  non fanno parte dell’essere donna. Cioè non c’è nel nostro DNA nulla che porti ad attacchi compulsivi di shopping, crisi isteriche davanti alla bilancia o molto più semplicemente costante insoddisfazione nei confronti di se stesse. Insoddisfazione, che è legata alla sfera della fisicità, dell’apparenza esteriore, spesso senza motivi fondati.

Fin da bambine, ci  si misura costantemente con il senso di inadeguatezza  provato nei confronti di modelli di bellezza spesso irraggiungibili con cui si è costantemente bombardate senza tregua.

Come potete essere intellettivamente all’altezza di un lavoro se la vostra apparenza estetica non è più che accettabile? il problema però è che essere belle o belli è una questione di culo, o ci nasci o no. Ma il mito ti insegna che se non sei abbastanza bella la colpa è soltanto tua. “Non ci sono donne brutte, solo donne che non sanno truccarsi” diceva Coco Chanel, ebbene questa frase, stravolta nel suo senso,  è del tutto valida anche per il mito della bellezza. Non sei abbastanza bella? È colpa tua, vuol dire che non hai lavorato abbastanza sul tuo corpo, su te stessa.

Sarebbe necessario comprende questi meccanismi e cercare di uscirne, anche se sembra sempre più difficile. Di generazione in generazione l’interferenza dei media e del mito sulla vita quotidiana delle bambine e delle giovani donne si fa sempre più forte e pressante.

Ebbene Silvio, con la sua scemissima battuta così come con la scelta delle donne nel suo governo, perpetra questa idea, che sei donna vali solo in base alla tua bellezza. Del resto è così che vuole e considera le donne. Date un’occhiata a questo blob su una delle prime “showgirl” diventate famose grazie alla televisione di Silvio.

Il mito vi vuole così: belle, mute, passive, accondiscendenti, sessualmente sempre disponibili, sennò siete come Rosi Bindi.


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