Roma, cadaveri abbandonati nell'obitorio dell'università Sapienza
Cadaveri non identificati presso Sapienza, Chi l'ha visto ha indagato ed ha cercato risposte.
Molti di tali cadaveri potrebbero appartenere a persone scomparse, persone magari che
i loro cari ancora in vita stanno tuttora cercando. Il noto programma Rai Chi l'ha visto
sembra aver preso molto a cuore tale caso nelle ultime settimane. Del resto è giusto
che parenti, amici e familiari sappiano la verità, e nel caso in cui alcuni di questi corpi
possano essere identificati con alcuni delle centinaia di scomparsi nella nostra nazione,
sarebbe d'uopo ridarli alle loro famiglie con tanto di degna sepoltura. L'inviato Gianloreto
Carbone è andato presso l'obitorio dell'istituto di medicina legale dell'università
La Sapienza assieme al fratello ed agli altri familiari di un ragazzo scomparso proprio
da Roma, che risponde al nome di Luca Hussein. Suonando al citofono dell'edificio
è uscito un dipendente dell'istituto al quale la mamma del ragazzo ha spiegato
la situazione. La donna poi ha chiesto all'uomo come poter avere informazioni
riguardo possibili identificazioni con i corpi all'interno dell'obitorio; la persona,
molto gentilmente, ha consigliato di chiedere al tecnico della struttura,
che in quel momento era assente.
Cadaveri dimenticati anche all'ospedale Gemelli ed a Tor Vergata
L'inserviente ha fornito comunque un'importante informazione: non tutti i corpi oggetto di studio da parte dell'università si troverebbero nell'obitorio, ma alcuni di essi sarebbero stati trasportati, nel corso del tempo, anche al Gemelli ed a Tor Vergata. Gianloreto Carbone ha poi fatto una domanda al dipendente della struttura, ossia se fosse stato possibile fare un controllo sui cadaveri hic et nunc, ma l'uomo ha dovuto purtroppo declinare la richiesta, dicendo di rivolgersi alla magistratura per questo. E' stato poi consigliato a Carbone ed ai familiari del ragazzo di ripassare la settimana successiva per poter conferire col tecnico. L'inviato di Chi l'ha visto a tale risposta si è un po' visibilmente irritato di fronte all'apparente cinismo della persona con la quale conferiva, ma del resto quest'ultimo non aveva il potere di fare di più per loro. Il tecnico, responsabile peraltro dell'obitorio, non era presente in quanto c'erano dei lavori e tutto l'edificio era chiuso a causa di ciò. Carbone comunque non si è arreso, ed ha insistito affinchè l'uomo chiamasse qualcuno; a questo punto sono volate minacce anche da parte dell'inserviente il quale ha detto al giornalista: "Rilassati, altrimenti ti butto in mezzo alla strada". "Veramente non ci sono parole, come puoi commentare una cosa del genere?" ha poi detto la madre di Hussein. Un'altra sua parente presente sul posto ha in seguito aggiunto: "Quì ci sono 31 corpi in un obitorio chiuso che deve essere messo sotto sequestro, non abbiamo un vero responsabile di questa struttura, pubblica peraltro, che ci possa dire le procedure. Noi non vogliamo nè forzare la porta, nè esaminare illegalmente i 31 corpi, ma avere solo informazioni per ottenere l'accesso".Questa la cronaca di Blastingnews. Personalmente ho visto il servizio della trasmissione "Chi l'ha visto?" e, a parte la maleducazione dell'inserviente denunciata nell'articolo, mi sono chiesta se questo blitz di Gianloreto Carbone presso l'Obitorio dell'Università "Sapienza" di Roma sia stato fatto, più che altro, a fini dimostrativi e provocatori. Giacché credo che il giornalista sia edotto che uno non si può presentare e chiedere a chi lavora lì, a vario titolo, di dare un sbirciatina ai cadaveri sconosciuti! Solo uno sprovveduto può pensare una cosa del genere. Ovviamente ci si rivolge al magistrato, oppure, più semplicemente, avendo appreso dai notiziari della vergognosa situazione dell'Obitorio e della presenza di corpi non identificati abbandonati lì da tempo, al più vicino Commissariato che potrà dare tutte le delucidazioni possibili sull'iter da effettuare per accedere ad una identificazione. Da: Il Giornale.it
Cadaveri nei corridori dell'obitorio: chiusa medicina legale alla Sapienza
Questo sopra è uno dei tanti titoli di giornale usciti sulla notizia. Ora c'è una considerazione da fare. Gianloreto Carbone è tornato con il suo gruppetto di parenti di persone scomparse una seconda volta all'Obitorio e, in codesta circostanza, ha avuto la fortuna di incontrare alcuni poliziotti del Commissariato di zona che per servizio sono entrati nell'Obitorio. Interpellati hanno giustamente dato indicazione di rivolgersi al Commissariato, piuttosto che bussare alla porta dell'Obitorio ma, quando Gianloreto Carbone ha citato il Commissario per le Persone Scomparse, istituito dal Ministero dell'Interno proprio su pressione della trasmissione "Chi l'ha visto" e dell'Associazione Penelope, i poliziotti hanno detto di non conoscerne l'esistenza. Stupore. Cosa fa codesta Istituzione se non se ne conosce nemmeno l'esistenza? Come svolge la sua funzione? Ecco cosa dice il sito del Ministero dell'Interno:L'Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse
Composto da dipendenti civili del ministero dell'Interno e della Polizia di Stato l'ufficio, istituito nel 2007, coadiuva il commissario nelle attività di monitoraggio, raccordo con gli organismi internazionali, studio comparato e analisi dei dati/informazioni sulle persone scomparse e i cadaveri non identificati acquisiti da soggetti pubblici e privati. In particolare:- cura il coordinamento con le prefetture, responsabili a livello locale delle ricerche, le Forze dell'ordine e l'autorità giudiziaria;
- monitora e compara i dati del Sistema informativo interforze e delle prefetture;
- tiene e aggiorna il Registro nazionale dei cadaveri non identificati;
- coopera, attraverso la stipula di intese, con enti locali e organismi nazionali su vari fronti della materia per favorire il riconoscimento dei corpi senza identità, la geolocalizzazione dei soggetti 'deboli' (anziani), il contrasto a reati come lo sfruttamento o la tratta di esseri umani (in particolare minori stranieri);
- cura il raccordo con le istituzioni internazionali per le attività di studio comparato in materia di ricerca di scomparsi e riconoscimento di cadaveri;
- cura il collegamento con le organizzazioni di volontariato e del terzo settore coinvolte, sotto diversi aspetti, nella materia, e con le associazioni dei familiari;
- cura il rapporto con gli organi di informazione per una divulgazione corretta delle informazioni e per sensibilizzare l'opinione pubblica sul fenomeno.