Notizia odierna dall’india è lo stupro di gruppo di una ragazza indiana, di fede induista, rea di essersi fidanzata con un ragazzo mussulmano e per questo multata.
Dato che la poveretta non aveva disponibilità della cifra (25.000 rupie pari a circa 300 euro) richiesta dal consiglio del villaggio, per espiare la pena il capo villaggio ha disposto che venisse stuprata.
Cosi , in tredici, capo villaggio incluso, hanno abusato della giovane donna in una capanna, finita poi all’ospedale.
Questo a un’anno di distanza dalle prime notizie di stupri in india che sono riuscite a varcare i confini e di cui si sono occupati i media internazionali, come del caso della ragazza morta in seguito alla violenza subita in un autobus di Nuova Dehli.
Purtoppo l’India è un paese ancora molto indietro su certi argomenti (e una notizia del genere in patria quasi non fa notizia), basti pensare alla discriminazione della donna, e le blande pene per questo tipo di reati.
Questo dovrebbe fare pensare a come funziona l’opinione pubblica e la giustizia in India, anche in considerazione del fatto che sarà una corte indiana a processare i nostri Marò, che svolgevano il loro servizio, ma che per la giustizia indiana rischiano di passare per assassini e quindi giustiziati.
Infatti se per loro una donna vale quasi zero, quanto vale uno straniero che ha per difesa personale addirittura ammazzato un’uomo indiano?
Brian Boitano (redattore)