Magazine Cultura

Sturzo, Costituzione ‘insidiata’

Creato il 24 novembre 2013 da Libera E Forte @liberaeforte
Copertina L. STURZO pdf(1)_page1_image2

“Bisogna che l’italiano guardi la sua carta come ‘sacra’ nella sostanza fondamentale di vita civile, libera, una, indipendente. Sia l’italiano convinto del dovere di rispettarla e attuarla con sincerità di intenti; di difenderla contro gli egoismi individuali, di gruppo e di classe e contro le insidie del potere legislativo, del potere esecutivo e del potere giudiziario, che avendo in mano le leve del comando, possono surrettiziamente introdurvi elementi deformanti, alterandone lo spirito e falsandone la lettura”. E’ la raccomandazione che Luigi Sturzo ricava dalla sua esperienza statunitense, scrive Eugenio Guccione nel suo articolo “Luigi Sturzo e la Costituzione”, di cui abbiamo già parlato per sottolineare come Sturzo non sia contrario a “indispensabili modifiche o aggiornamenti” , e neppure convinto “che la nostra Costituzione sia perfetta”. Oggi, nel giorno in cui possiamo trovare in edicola, col Sole24Ore, il libro del professor Guccione su Luigi Sturzo, aggiungiamo qualche altra citazione dal suo articolo su questo “padre costituente” (ruolo riconosciutogli dall’ iniziativa editoriale, che esordisce difatti proprio con Sturzo ‘raccontato’ da Guccione).

Rimettendo la Costituzione “senza estrema necessità, in discussione per un caso -egli avverte- si rimette per altri casi; toccando una pedina si scopre una torre. Non si formerà così quel senso di rispetto, che un patto sociale fondamentale merita, sì da basarvi la tradizione di legalità e di libertà che forma l’anima della nazione e che dà consistenza al vivere civile”. Sottolineata così la difesa sturziana dei ‘testi sacri’, dei principi costituzionali, Guccione rileva che “l’esponente del popolarismo, per il resto, non ebbe tentennamenti nel sollecitare l’attuazione o qualche cauta modifica costituzionale”. Basta citare la riforma del Senato (inutile doppione della Camera): “Le proposte sturziane -annota Guccione- giungevano, talvolta, prima ancora del manifestarsi del problema cui si riferivano”. E’ evidente che oggi, a sessant’anni di distanza, Sturzo non si limiterebbe a ‘toccare una pedina’ e neppure a ‘scoprire una torre’. Ma sarebbe anche in prima linea per impedire la ‘surrettizia introduzione di elementi deformanti’. E senza appassionato spirito costituzionale (sostituito dalle ‘formule politiche’) si può solo andare verso la mediocrità.

 

Gian Paolo Vitale

 


Archiviato in:Cultura, Politica, Società Tagged: Costituzione, eugenio guccione, sole 24 ore, sturzo

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog