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Su, coraggio bisogna digiunare

Creato il 27 giugno 2013 da Annaaprea55

Mi hanno prestato l’ultimo libro di Umberto Veronesi, La dieta del digiuno, Mondadori, 137 pagine, 15.90 euro, ma si trova anche a meno. Un paio d’ore e si legge. Nella prima pagina subito una frase inquietante: “non leggerete in queste pagine che mangiare è un piacere…il cibo in sé non è un piacere almeno per me”. Veronesi è Veronesi e non posso permettermi di commentare questa sua mancanza di eros. Preferisco fare la persona per bene, e riassumere, per chi non lo ha letto, i concetti (serissimi) del libro.

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Vegetarianesimo.  È una scelta etica inevitabile, dice Veronesi. Per produrre un solo chilo di carne ci vogliono 20.000 litri di acqua, per una tonnellata di cereali ne bastano 450. E un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua.

Gli animali. “Sono esseri viventi e spesso si occupano di noi con un amore così pieno e gratuito che ucciderli è un oscenità”. Il cibo è celebrazione della vita e la vita non si celebra negandola ad altri esseri. Per di più, aggiunge, “negli allevamenti gli animali soffrono, vengono torturati, immobilizzati, ingozzati di cibo, percossi con crudeltà perché il muscolo si spezzi e la carne risulti più gustosa”.

Proteine animali. “Uno degli equivoci maggiori che riguardano il vegetarianismo è che alcune proteine preziose per la salute siano presenti solo nella carne. Non è affatto così.  Stesso equivoco per il pesce. Sulla carne Veronesi non cede mai. Alla domanda: carne rossa o bianca? risponde: “ Il mio parere è che la carne vada abolita. Tutta la carne”. Vi è la dimostrazione, aggiunge, che alcuni tumori sono in diretto rapporto con la carne, e ciò basta a concludere che “è del tutto dannoso nutrirsene anche in quantità minime”.

Il ciclo degli alimenti. Dall’atmosfera le sostanze inquinanti ricadono sul terreno, quindi sull’erba, vengono ingerite dal bestiame, accumulate nel grasso degli animali e poi finiscono nel nostro tessuto grasso, dove ci espongono ai loro effetti tossici. Frutta e verdura hanno pochi grassi e gli agenti cancerogeni (che pure contengono)  hanno un ridotto tempo di contatto con la parete intestinale, neutralizzano gli agenti cancerogeni, ne diluiscono la formazione, riducono la proliferazione delle cellule malate. Funzionano cioè come inibitori della cancerogenesi.

Mangiare poco. La restrizione calorica è uno dei pochissimi strumenti reali e dimostrati dalla scienza per ottenere una sana longevità. Mangiare tanto significa esporsi al rischio di non poche malattie, tumori compresi. 

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Alimentazione variata. Non mangiare lo stesso cibo, non ripetere lo stesso menu più di due volte alla settimana. La varietà alimentare è fondamentale per procurarsi gli aminoacidi necessari. Cereali integrali, legumi  “minimo 4 volte alla settimana”, pesce poco, semmai uova, 6 bicchieri di acqua al giorno e qualche dolcino alla frutta.

Carboidrati. Oltre la metà degli alimenti che ogni giorno assumiamo deve essere composta da cibi contenenti carboidrati. “È inutile prendersela con i carboidrati, sono la base della sopravvivenza” scrive Veronesi. Ma ne bastano da 50 a 100 grammi al giorno.

 Il digiuno. Il digiuno è fonte di chiarezza mentale: intasare di cibo il corpo fa perdere lucidità e capacità creative, rallenta i riflessi e la razionalità. Dedicare un giorno ogni settimana alla totale astensione dal cibo aiuta, spiega,  “a formare il carattere, a manifestare una scelta, a proteggere la propria salute”. E qui precisa: “ci sono pranzi e cene interminabili, durante i quali non riusciamo a creare o produrre alcunché; non riusciamo ad amare, a stabilire relazioni vere, a ragionare e approfondire gli argomenti che ci interessano”.

Vabbè prof, con tutto il rispetto, mica è sempre così.



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