Ho fatto bene ad attendere perché quello di Santoro è un libro che ti fa deragliare, per dirla con Rimbaud, da qualsiasi punto di vista lo si legga.
Non ho avuto scampo. Come calabrese e come vecchio scout camminatore, sono partito per gustare certezze e sono arrivato in fondo con molti interrogativi.
Del resto è quello che tento di insegnare tutti i giorni a scuola, le lezioni, la lettura, la poesia, la filosofia devono scuotere e seminare dubbi ed interrogativi mica dispensare verità preconfezionate.
Per primo, che genere è il libro che ho letto? Un diario di un novello viaggiatore del Grand Tour? Un'inchiesta a metà strada tra il giornalismo impegnato e la denuncia dei vecchi meridionalisti?
Un libro di memorie? Un libro di filosofia? O magari, quello che a me piacerebbe di più per un progetto futuro, la sceneggiatura per un film.
E' tutto questo insieme.
E ancora il mito del passato, che io considero fondante per chi in Calabria ancora resiste; è vero non bisogna rimuovere il passato, ma neanche, come spesso capita anche a me, mitizzarlo, altrimenti con lo sguardo indietro è difficile darsi nuovi orizzonti e costruire speranze condivise.
Giuliano Santoro, giovane giornalista calabrese da anni residente a Roma, è ritornato a casa in modo diverso: camminando.
Non è un nostoi omerico e neanche il disilluso Anguilla, protagonista de La luna e i falò, di Pavese, è altro perchè è veramente un pendolare irrisolto, un narratore che sta in equilibrio "su due piedi", tra il passato e la post-modernità, tra l'identità e l'universalità, tra la metropoli e la periferia.
Il suo stile, come i suoi contenuti hanno chiari punti di riferimento; l'autore cita all'interno della narrazione studi, ricerche, musica e storie in maniera lieve senza appesantire il racconto.
"Riguardare" diceva Albert Camus, il più mediterraneo degli scrittori, non è solo guardare con nuovi occhi, ma guardare oltre e guardare ancora una volta, proprio perché mutano gli scenari, gli uomini e le storie.
Un libro quindi da leggere, da condividere, da portare in viaggio impreziosito dall'editing impeccabile della casa editrice e dalle parole della prefazione di WU MING 2.