(segnalo sull’ultimo numero della rivista Espansione un mio articolo che parla della nuova via della Seta e dei rapporti tra Turchia e Cina)
Marmaray, il tunnel ferroviario sotto il Bosforo, verrà inaugurato il 29 ottobre 2013, nel novantesimo anniversario della Repubblica turca. Il premier turco Erdogan, durante un sopralluogo a uno dei cantieri, fiero di essere immortalato con il casco bianco di sicurezza e il giaccone arancione catarifrangente, lo ha descritto come il tassello decisivo sulla “via ferrata della seta”: un collegamento ininterrotto da Shanghai a Londra, versione tecnologica ed estesa al cuore dell’Europa dell’antico tracciato carovaniero tra la Cina e Istanbul. Per il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu è «il risveglio della storia», il ritorno in grande stile a un passato in cui tra i due imperi, cinese e ottomano, c’era un flusso inarrestabile di merci e di idee.
Oggi Cina e Turchia sono potenze emergenti e amiche che collaborano strategicamente, con piani per proiettare Pechino sulla soglia d’Europa e Ankara al centro dell’Asia, rivoluzionando gli equilibri geopolitici del continente eurasiatico. Lo testimoniano i molteplici accordi, prevalentemente economici ma anche politici, militari e culturali siglati a partire dal 2009 in occasione di visite ai massimi livelli. Per esempio quella del vicepresidente cinese Xi Jinping in Turchia a febbraio e quella di Erdogan in Cina dal 7 all’11 aprile, accompagnati da folte delegazioni di ministri e di uomini d’affari. I cinesi sono particolarmente interessati ai grandi progetti infrastrutturali turchi: hanno già investito nell’ammodernamento della rete autostradale e nell’alta velocità ferroviaria, puntano alle commesse per il terzo ponte sul Bosforo e per il canale artificiale parallelo al Bosforo, a quelle per la costruzione di centrali nucleari.
(tutto il resto dell’articolo, in cui parlo di temi di straordinaria importanza e ovviamente poco conosciuti in Italia, potete leggerlo direttamente sul sito della rivista, a questo link)