L’attesa è molto più di un gossip senza scoop. I politici scesi da tempo commentano a riprese, anche quando tacciono. Tuttavia, particolari sono state le parole di Tabacci, riportate nel Fatto Quotidiano di oggi, in cui si legge la seguente dichiarazione: “Ancora qui a discutere di Montezemolo: e che fa, e che pensa, e che porta. Una cortesia basta!” … “Sei anni fa. Adesso è tardi. C’è un governo tecnico che sta cercando di risollevare l’Italia, si accettano critiche e consigli. Il momento per i salvatori illuminati è finito”.
Sfogo particolarmente significativo di un mal pensare di una politica fallita che si illude, dopo essersi lavata le mani del “fare politiche pubbliche” a discapito dei tecnici temerari, di essere scampata alla croce.
Non è così, purtroppo. E non lo è a maggior ragione dei veti e dei blocchi che questo parlamento, delegittimato dalla sua incapacità di produrre un governo politico, sta producendo a discapito di ogni buon senso. Il governo propone sacrifici alla casta, che altro non sono che rinunce a privilegi, e la casta lo osteggia. Ancora più disarmanti sono quei tentativi di legittimazione che partono dall’assunto che ogni governo, quello Monti compreso, necessita di un voto parlamentare per poter operare. E’ poca cosa. Tanto banale quanto sintomatica di una psicologia vulnerabile per la mancata accettazione di un trauma: quello del fallimento.
E’ vero che nuovi uomini illuminati e salvatori non sono scesi in campo. Ed è vero che se lo avessero già fatto, non ci troveremmo in questa situazione precaria e posticcia. Così come è vero che fucine di uomini di valore servono ad una società smarrita che mal si riconosce in se stessa, poichè rappresentata dalla peggior trasfigurazione di una degenerata classe dirigente.
Se Montezemolo dovesse scendere in politica o se Montezemolo si limitasse a produrre quella massa critica necessaria ad individuare nella società un gruppo di uomini retti e portatori di valori naturali, allora avrebbe già fatto qualcosa di buono per il paese. Nessun politico di oggi, se non andandosene e abbandonando la gestione della sfera pubblica e della rappresentanza sociale, potrebbe riuscirci credibilmente.
Montezemolo in politica non rappresenta l’uomo salvifico, ma un riferimento culturale e garantista di un nuovo ordine sociale capace di produrre un’etica politica, ancor prima di uomini politici.
Tabacci sbaglia nel credere, o nello sperare, che i tecnici siano la soluzione al fallimento dei politicanti contemporanei. Non è così. Prima se ne faranno una ragione, prima eviteranno una crisi sociale che li porterà fuori dai palazzi.