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Su Raiuno la storia di Carmine Crocco ne “Il generale dei briganti” con Daniele Liotti

Creato il 12 febbraio 2012 da Iltelevisionario

Su Raiuno la storia di Carmine Crocco ne “Il generale dei briganti” con Daniele Liotti

Domenica 12 e lunedì 13 febbraio in prima serata su Raiuno andrà in onda la miniserie diretta da Paolo Poeti Il generale dei briganti, coprodotta da Rai Fiction e Ellemme Group con il sostegno di Apulia Film Commission, che racconta, nell’ambito delle celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia, il fenomeno del brigantaggio attraverso la figura leggendaria del brigante e rivoluzionario Carmine Crocco, interpretato dall’attore Daniele Liotti. Detto anche “Il Generale dei briganti” Crocco, un uomo dalla personalità forte e decisa, dalle origini umili che, grazie ad un’intelligenza fuori dal comune, è divenuto nel tempo l’archetipo del brigante risorgimentale, affascinando generazioni intere e le sue gesta, spesso ardite e spregiudicate, lo hanno reso alla storia come un vero e proprio eroe. Nel cast della fiction, girata tra Basilicata e Puglia, anche Raffaella Rea, nei panni Nennella, la donna amata da Crocco, Danilo Brugia, Christiane Filangieri e Massimo Dapporto. «Ho cominciato lavorando nel cinema come aiuto sugli spaghetti-western – ha dichiarato il regista a La Stampa. – È da allora che avrei voluto girare la nostra epopea: il Risorgimento. Gli americani con il western hanno creato un genere di enorme fortuna: perché noi non potevamo fare altrettanto? Ho cominciato a documentarmi e, piano piano, ho capito che noi italiani non ci riuscivamo perché non c’era una versione unica di quei fatti. Mi riferisco specialmente alla ferita insanabile che l’Unità ha aperto nel Mezzogiorno, che ancora oggi non è completamente sanata». Inoltre Poeti, regista da oltre trent’anni di molta fiction italiana tra cui I ragazzi del muretto Amiche, ha aggiunto che «la lotta al brigantaggio ha fatto più morti delle guerre di indipendenza trasformandosi in una vera e proprio guerra civile. Basti pensare che due interi paesi, Ponte Landolfo e Casalduni, furono rasi al suolo gli abitanti trucidati. Questi sono fatti. Fatti di cui solo oggi si può parlare e ancora oggi si rischiano accuse da una parte e dall’altra. Ricevo tuttora email di accusa per aver voluto girare questa fiction».

1864. Basilicata. Vulture. Due uomini si cercano per una resa dei conti mortale. Sono Mariano Aiello (Danilo Brugia), deputato napoletano del governo unitario e Carmine Crocco (Daniele Liotti) brigante lucano che nel 1860 aiutò i garibaldini a liberare la sua regione dal giogo Borbonico in cambio della promessa di libertà e riscatto sociale. Fu proprio Mariano, fervente mazziniano, a convincere il brigante e la sua banda a passare dalla parte dei democratici unitari per liberare la Basilicata. Ma ora quell’amicizia si è spezzata. Volontà di vendetta, per un presunto reciproco tradimento, anima quei due cavalieri che si cercano nei boschi del Vulture. Ecco tutta la vicenda che conduce a quell’ appuntamento finale. Il caporale Carmine Crocco (Daniele Liotti), povero pastore lucano arruolato nell’esercito borbonico per sottrarsi alla fame, torna a casa da Napoli a Rionero del Vulture per sposare l’amata Nennella (Raffaella Rea). Così diserta l’obbligo militare ma al suo rientro al casolare paterno trova la giovane sorella Rosina (Larissa Volpentesta) sfregiata. Chiede ragione. E’ stato uno spasimante respinto. Crocco vuole farsi giustizia. Lo affronta e lo uccide senza sapere che quel giovane era un potente della zona, il figlio del conte Guarino (Massimo Dapporto), un uomo, quest’ultimo, che già tanto dolore ha portato in passato nella sua famiglia. Crocco è costretto alla macchia per evitare la ritorsione e la condanna a morte. Diventa brigante. Conosce il medico Mariano (Danilo Brugia), che a Napoli sta curando sua madre morente. Mariano è innamorato proprio della figlia del conte Guarino, Giuseppina (Christiane Filangieri). Carmine viene convinto alla causa unitaria. In cambio avrà il perdono una volta fatta l’unità e cacciati i Borboni. A Mariano lo ha promesso Garibaldi (Thierry Toscan) in persona. Così Crocco comincia combattere contro i legittimisti borbonici. Userà la tecnica del mordi e fuggi, una tecnica da guerriglia ante litteram. Colpire con agguati a sorpresa e rifugiarsi nei boschi della sua terra. 

La duplice storia d’amore quella di Carmine con Nennella e quella di Mariano con Giuseppina, si intreccia indissolubilmente con gli eventi drammatici del momento. Nennella diventa brigantessa per stare vicina al suo uomo e avrà da lui una figlia. Giuseppina si unirà ai rivoluzionari, dopo conflitti laceranti con suo padre il conte Guarino. E’ la fine del 1860. L’unità d’Italia è fatta. Ma la speranza di Crocco di tornare a una vita normale sarà ben presto vanificata. Quando si presenta a Rionero, infatti, per ricevere gli onori dovutigli, con il tricolore che drappeggia il suo cavallo e i suoi uomini al seguito, il nuovo prefetto, il conte Guarino in persona, passato con i Piemontesi, lo informa che dovrà essere processato per i crimini commessi in precedenza che non gli sono stati condonati. Carmine Crocco, malgrado l’appoggio della popolazione che lo riconosce come eroe, come vero liberatore, uccide il suo nemico Guarino e torna di nuovo alla macchia deluso ma non rassegnato. Di nuovo sarà brigante. Da quel momento penserà solo a se stesso e a Nennella. Parteciperà dalla parte sbagliata a quella specie di guerra civile che dopo l’unità, ancora per anni, insanguinerà tutto il meridione d’Italia. Nel 1864, la repressione del brigantaggio da parte dei Piemontesi porterà Carmine e Mariano a ritrovarsi su fronte opposto, decisi ambedue a un confronto mortale. Ma l’amicizia nata nel tempo è più forte del rancore. Il duello non avrà luogo, sarà solo un amaro confronto tra due uomini che, prima di separarsi, ammettono di non aver realizzato il loro sogno. Crocco dopo qualche tempo viene catturato e condannato a morte. Ma Mariano riesce a salvargli la vita e tramutare la condanna in carcere a vita.  Sarà proprio lui l’amico di un tempo che insieme a Nennella ad accompagnare Carmine all’imbarco per il penitenziario dove sconterà la sua pena. (fonte Ufficio Stampa Rai)


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