E accade anche che, nel giorno della donna 8Marzo,a Taranto, l’arcivescovo Filippo Santoro,invitI la cittadinanza di Taranto Vecchia e non a una assemblea pubblica per parlare dei problemi dell’isola.
Avviene che un arcivescovo proveniente dal Brasile,senta la sua gente,quella dimenticata e illusa dalla politica del rilancio,dall’idea di far rivolare il borgo antico e renderlo attrazione per i turisti e noi tutti.
Accade che questo arcivescovo,faccia le veci dei politici,cioe’ di quelle persone che dovrebbere mettere la propria faccia e dire alla gente quello che faranno per loro,con onesta’.
E allora ricordo,dentro me,quando Woijtila arrivo’ a Taranto,su di una jeep allo stadio Jacovone.
Ero in curva sud,dietro al palco e sentii le sue parole,di rimprovero verso la delinquenza e i vigliacchi che vivevano dietro le promesse alla gente.
Li come oggi,la chiesa si fa portatrice di idee,officina di bonta’ e ascolto verso i piu’ bisognosi.
L’assemblea pubblica di Monsignor Santoro,e’ l’antidoto al nulla.
E’ il pulsante di reset schiacciato da noi tutti verso la mancanza delle istituzioni.
Verra’ Pasqua,certo.
Le processioni e i “perdune” nazzicando ci riporteranno nei vicoli e in quei vicoli assaporeremo le nostre radici.
Ma non basta.
Oggi e’ importante non dimenticare le tradizioni,la gente nelle mura pericolanti della citta’ vecchia e le loro aspettative di rivincita sul mostro dell’acciaio che ha affondato le barche dei pescatori in mar Piccolo.
Un’assemblea,dei lamenti e la speranza.