Vuk Jeremic
di Marina Szikora [*]La Serbia segna un'importante successo internazionale al Palazzo di vetro: Vuk Jeremić, da oltre cinque anni ministro degli Esteri, e' stato infatti eletto presidente della 67esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Dopo una votazione segreta, Jeremić ha ottenuto il sostegno di 99 paesi membri dell'Onu. Come primo tema del prossimo dibattito dell'Assemblea generale, Jeremić ha proposto "l'avvicinamento delle posizioni e la soluzione dei conflitti internazionali con mezzi pacifici". Non a caso, un tema molto soffisticato, che Jeremić ha giustificato con le esperienze della stessa Serbia, ritenendo che in base alle proprie esperienze, la Serbia puo' contribuire alla messa in atto di tutte le proposte accordate, soprattutto quelle che riguardano l'impedimento dei conflitti.
"Durante l'esame di questa questione cruciale, il prossimo settembre e dopo, non dimentichiamo che la pace non e' soltanto una semplice assenza di guerra" ha sottolineato Jeremić. Il capo della diplomazia serba ha ricordato, tra l'altro, che "durante gli ultimi anni, sotto la guida coraggiosa di Boris Tadić, la Serbia ha dato una mano di amicizia e di riconciliazione ai suoi vicini". "Una fase dolorosa oggi finalmente si sta concludendo. Il nostro paese si presenta al mondo di nuovo con la testa alta dopo che solo due decenni fa era escluso da questa famiglia" ha detto Jeremić nel suo discorso alle Nazioni Unite a seguito del voto, sottolineando la devozione della Serbia alla salvaguardia della pace e della sicurezza internazionale, il primo obiettivo dichiarato delle Nazioni Unite. Jeremić ha spiegato che nel suo paese il potere cambia in modo pacifico, in conformita' con lo stato di diritto.
Il neo presidente dell'Assemblea generale dell'Onu ha detto che il voto dello scorso venerdi' che lo ha eletto a questo prestigioso incarico, e' stato una specie di referendum sulla Serbia. Ha sottolineato che per la Serbia hanno votato alcuni stati membri dell'Ue molto influenti. E' stata una grande partita diplomatica in cui la Russia ha dato un forte sostegno alla Serbia ma questo non e' una sorpresa poiche' la Russia appoggia la Serbia in tutte le questioni all'Onu, ha spiegato il capo della diplomazia serba Jeremić.
L'agenzia di stampa Reuters ha osservato che la lotta per questo incarico ha incluso "affermazioni di minacce e mosse perfide simili a quelle dei tempi della guerra fredda". Lo sfidante di Jeremić, l'ambasciatore lituano Dalius Cekulis ha accusato la Russia di aver sollecitato il ministro serbo ad ostacolare la Lituania ad ottenere la presidenza dell'Assemblea generale e punire Vilnius per la sua posizione relativa alla seconda guerra mondiale: vale a dire che la liberazione della Lituania da Hitler e la sua annessione all'Unione Sovietica ha portato a questo paese baltico oltre quattro decenni di tirania. Ma a differenza del Consiglio di Sicurezza che puo' approvare risoluzioni giuridicamente vincolanti e introdurre sanzioni o interventi militari, l'Assemblea generale produce raccomandazioni che non hanno una forza giuridica, fa presente la Reuters.
Secondo la Russia invece, l'elezione del ministro degli esteri serbo e' una prova dell'autorevolezza della Serbia nelle relazioni internazionali nonche' delle qualita' professionali dello stesso Jeremić. In un comunicato, il ministero degli esteri russo ha espresso la speranza che "il neoeletto presidente dell'Assemblea generale dell'Onu contribuira' all'attivazione di questo organo, incluso il miglioramento dei metodi di lavoro dell'Assemblea nonche' il miglioramento dell'efficacia dell'organizzazione mondiale con l'obiettivo del suo adattamento alla realta' del mondo moderno”.
Tutto sommato, una notizia a cui è stata data molta importanza e e che è stata accolta con soddisfazione in Serbia. Non va dimenticato pero' che il capo della diplomazia serba e' una personalita' politica del governo uscente e l'elezione alla presidenze della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite e' una soluzione per il suo futuro politico immediato. Resta da vedere il profilo che assumerà la maggioranza che formerà il prossimo esecutivo in Serbia, molto atteso ma la cui composizione è ancora abbastanza incerta.
[*] Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda giovedì 14 giugno a Radio Radicale