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Sud, dati allarmanti: 7 disoccupati su 10 pronti a lavorare coi clan

Creato il 27 marzo 2014 da Makinsud

Sono risultati allarmanti quelli del sondaggio Coldiretti-Ixè sul rapporto fra crisi economica e criminalità organizzata: oggi, sarebbero 7 disoccupati su 10 a dire sì all’impiego ad un clan, chi a prescindere,chi a patto di non commettere reati. disoccupazioneIl 66%, recita l’indagine, “accetterebbe di lavorare in un’attività dove la mafia ha investito per riciclare denaro”. E’ però da sottolineare anche che la maggior parte degli intervistati in questione ha affermato che farebbe ciò “a patto che si tratti di un impiego onesto e senza commettere reati” mentre  solo il 16% accetterebbe il lavoro a prescindere. Altro dato “choc” è quello legato alle aziende confiscate alla mafia: il 61% non pagherebbe “qualcosa in più per un prodotto alimentare ottenuto da terre o aziende confiscate alle cosche” (e in Sicilia e Sardegna la quota arriva all’84%).

 

In realtà, questi dati allarmanti trovano riscontro anche nel Centro Nord, confermando che quello della disoccupazione e delle mafie sono problemi nazionali, che riguardano tutti e che certamente non possono essere confinati solo al Sud. L’indagine è stata presentata in occasione della nascita della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promossa dalla Coldiretti, che ha affidato la presidenza del Comitato al magistrato Giancarlo Caselli. “I clan- spiega la confederazione – trovano terreno fertile nel tessuto sociale ed economico indebolito dalla crisi tant’è che possono contare su un esercito potenziale di quasi 2 milioni di persone che, spinti nella marginalità economica e sociale, si dicono disponibili a lavorare per loro e, tra questi, ben 230mila non avrebbero problemi a commettere consapevolmente azioni illegali pur di avere un’ occupazione. Quest’analisi dimostra quanto sia urgente trovare misure per favorire lo sviluppo del lavoro in un Paese in cui la disoccupazione tra i giovani ha raggiunto il livello record del 42,4%”. 

 

La Coldiretti sottolinea come ci sia “nella vita di tutti i giorni, un allentamento morale nei confrontii della malavita provocato dalla crisi. Bisogna spezzare questo circolo vizioso che lega criminalità e problemi economici e, per farlo, ci vuole un forte impegno da parte di tutte le istituzioni: bisogna scongiurare il pericolo che legittime aspirazioni ad avere un’occupazione possano essere sfruttate per alimentare l’illegalità”.


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