Gli studenti minorenni alle prese con il mondo delle scommesse: tanti, troppi, secondo una ricerca dell’Autorità garante dell’infanzia e dell’adolescenza. E l’emergenza al Sud sta diventando molto più preoccupante.Secondo la ricerca, sarebbero circa più della metà gli studenti minorenni alle prese con il gioco, e in Campania il dato arriva ad uno sconfortante 57,8 %, più di dieci punti rispetto alla media nazionale, anch’essa molto alta, del 47,1%. Il 40% di essi sono diventati giocatori da almeno 6 mesi, di cui il 32% occasionali (almeno una giocata al mese) e ben il 12% con alta frequenza di gioco (almeno due volte a settimana). Rispetto agli anni 2000, dove dichiarava di giocare solo il 39% degli adolescenti, l’aumento è stato di dodici punti percentuali.
Tutto questo perché? Sicuramente la pubblicità ha contribuito e sta contribuendo moltissimo, per non parlare dei centri scommesse che si stanno diffondendo a macchia d’olio in tutte le città, anche le più piccole, tanto che la ludopatia (dipendenza dal gioco d’azzardo) è diventata una malattia che molti Comuni stanno cercando di combattere (e tra questi c’è anche quello di Napoli). Inoltre, è ancora irrilevante il controllo dei documenti da parte dei locali che permettono ai minori di poter giocare con estrema facilità.
“Troppo spesso si ritiene che la ludopatia riguardi solo il mondo degli adulti – spiega Cesare Romano, Garante della Regione Campania per l’infanzia – Si sbaglia in modo clamoroso: la crescente povertà,sopratutto del Sud, insieme ad un fragile equilibrio emotivo, porta i più piccoli ad inseguire il sogno dei facili guadagni. E’ necessaria maggiore attenzione da parte della politica regionale e nazionale che deve prendere atto dello stato di malessere in cui versano bambini e ragazzi nei nostri territori”. Da qui l’idea dello stesso Romano di istituire un Osservatorio regionale per monitorare il fenomeno e cercare soluzioni per contrastarlo.