Sud Sudan, ancora caos e scontri. Continuano gli scontri tra opposte fazioni dell’esercito, che hanno causato ieri la morte di due soldati della forza Onu indiani e almeno venti civili, durante l’attacco alla base Onu di Akobo. Oggi un aereo militare statunitense è stato colpito durante le operazioni di evacuazione nel Sud Sudan. Tre soldati americani sarebbero rimasti feriti. E proprio gli Stati Uniti, per bocca del segretario di Stato John Kerry, hanno annunciato il rafforzamento del controllo sulla situazione, con il viaggio verso il Sud Sudan dell’inviato speciale degli Stati Uniti Donald Booth per cercare di promuovere il dialogo tra le fazioni armate che continuano a scontrarsi, facendo “cessare immediatamente gli attacchi contro i civili e ponendo fine alla spirale di violenza tra i diversi gruppi etnici e politici”.
La forza militare americana nel Sud Sudan è cospicua, almeno 45mila soldati, pronti a “garantire la sicurezza ai propri cittadini residenti nel Paese e agli interessi americani”, come ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in una lettera inviata al Congresso Usa.
Anche l’Italia è stata costretta ad evacuare suoi cittadini residenti nel Sud Sudan. A bordo di un Kc-767 dell’esercito sono giunte a Ciampino 34 persone, accompagnate da altri 29 civili europei. Tutti i civili appartengono a diverse associazioni non governative che operano nel Sud Sudan.
Gli scontri in Sud Sudan sono causati dalla volontà dell’ex vicepresidente Riek Machar, di rovesciare il presidente Salva Kiir. Machar ha lanciato un appello all’esercito affinché lo aiuti a rovesciare l’attuale leader del Sudan.