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Sud-Sudan il Paese dimenticato dall'Italia....

Creato il 13 maggio 2011 da Marianna06

Il prossimo 9 luglio sarà finalmente proclamata ufficialmente la nascita del 54° Stato del continente africano.

Parliamo, cari amici, del Sud-Sudan.

Il Paese uscito dal referendum,  alcuni mesi fa , con il 98% di preferenze dei votanti per quel che riguardava e riguarda il distacco definitivo da Khartoum.

Ebbene mentre a Juba, tra mille difficoltà e notizie che arrivano, e non sono sempre rassicuranti, come i continui scontri tra agricoltori e allevatori in una realtà comunque poverissima, eccezione fatta per il petrolio, ci si prepara  tuttavia all'avvenimento, l'Italia non ha pensato ancora d'avere in loco alcuna sua rappresentanza diplomatica.

Il fatto è grave anche perché l'Italia è stata insieme ad altri Paesi europei, come Francia e Gran Bretagna, tra coloro che erano presenti a Nairobi, nel 2005, per la firma degli accordi di pace tra il Nord e il Sud  del Sudan e che poneva termine ad una lunghissima ed estenuante guerra, costata migliaia di vite umane da una parte e dall'altra.

Accanto a questo ,che non è affatto, e per nessuna ragione, un aspetto trascurabile del  "caso" Sud-Sudan, nel Paese  si hanno, di questi giorni ,contrasti interni e parecchi malumori a proposito della prima nuova Carta Costituzionale stilata.

Questa Carta Costituzionale si presenta, secondo coloro che la contestano, molto antidemocratica rispetto alle aspettative dei referendari vincitori.

Il testo, che è stato licenziato dal Consiglio dei ministri il 5 maggio scorso, sembra sia stato scritto da una commissione in cui, su 24 membri, 23 erano e sono gli appartenenti al Movimento popolare di liberazione del Sudam ((SPLM).

Questo totale sbilanciamento, per altro denunciato alla stampa ufficiale senza troppi peli sulla lingua, non fa bene alla causa della nascita del nuovo Stato e fa temere che si torni indietro come ai tempi  in cui il Nord di el Bashir teneva il Sud schiacciato sotto il proprio tallone.

Si tratterebbe dunque, per il Sud, ancora una volta di una democrazia apparente? - sostengono alcuni.

Si sottolinea in proposito proprio la contraddizione tra la Nuova Costituzione(sia pure transitoria e per la durata di soli quattro anni)) e il referendum di gennaio.

Chi difende la Carta ,invece, adduce giustificazioni che fanno paventare un quadro politico-istituzionale  molto complesso nell'avvio del nuovo Stato.

Pertanto i forti poteri, ad esempio, attribuiti al Presidente della nuova repubblica, si spiegherebbero nella precarietà tutta da definire per il Paese. E che non è certo un gioco da bambini.

Uno di questi poteri  del Presidente è quello di  dichiarare lo stato d'emergenza senza consultazioni.. E potrebbe verificarsi anche a breve, visto gli interessi(petrolio), che ci sono in ballo nell'area del nuovo Stato.

Così come anche la possibilità di destituire i dieci governatori delle diverse regioni senza consultare il Parlamento è un'evenienza, che potrebbe presentarsi.

Sappiamo tutti quanto lunga e difficile sia imboccare il cammino dell'autentica democrazia in Africa.

Pertanto diamo tempo al tempo. E salutiamo piuttosto con gioia la nascita di uno Stato cristiano ,che è riuscito, dopo anni di sofferenze e morti, a sottrarsi al giogo di uno Stato musulmano tiranno.

Se l'Italia è latitante al momento in Sud-Sudan, a livello diplomatico, e ci si augura che presto non lo sia magari più, i missionari Comboniani di Verona, figli del  famoso Comboni, sono al contrario ben presenti e con progetti di cooperazione davvero molto interessanti e che non riguardano esclusivamente la propria famiglia mssionaria.

Nasce insieme al nuovo Stato, infatti, anche un nuovo stile di evangelizzazione, che si traduce concretamente, a fatti , lì dove c'è poco e niente per la gente comune(mancano asili, scuole, ospedali, posti di salute pubblica, farmacie, tutto insomma...) in crescita umana e sviluppo reale delle persone.

Queste, almeno, le intenzioni di coloro che vi hanno lavorato alla stesura!

Ma è anche un'evangelizzazione, attenzione, che si apre intelligentemente alle altre confessioni cristiane, in autentico spirito ecumenico, senza più rivalità sciocche per eventuale sottrazione di "clienti".

Perché le diverse competenze e abilità sono sempre e solo ricchezza.

E il Sud-Sudan  proprio di questa ricchezza ha  assoluto bisogno.

In conclusione?

Pensiamo positivo e guardiamo al"nuovo", nonostante le possibili difficoltà, con fiducia e ottimismo.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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