Nonostante il governo di Juba abbia proposto ai ribelli, guidati dall’ex generale del Spla ed ex vicepresidente Riek Machar, un cessate il fuoco, secondo fonti locali i guerriglieri starebbero nuovamente dirigendosi in direzione di Bor per marciare sulla città, capitale dello stato dello Jonglei situata a poco meno di 200km a nord di Juba e centro militarmente strategico.
Già pochi giorni fa infatti l’esercito regolare aveva ripreso il controllo della cittadina, che conta poco più di 20mila abitanti, strappandola ai ribelli di Machar, i quali la avevano precedentemente occupata in seguito alla prima offensiva, lanciata tra il 15 ed il 16 dicembre scorso.
Secondo quanto riferito dall’emittente inglese Bbc, inoltre sarebbero in corso aspri combattimenti nelle province settentrionali del paese, soprattutto nei pressi degli impianti per l’estrazione del petrolio e che, in poco più di dieci giorni, hanno causato un migliaio di vittime ed oltre 120mila sfollati in fuga verso il sud.
A metà dicembre infatti è iniziata una vera e propria guerra civile che ha coinvolto ampie aree del giovane paese, nato poco più di due anni e mezzo fa, quando un referendum sancì la sua indipendenza dal Sudan, il 9 luglio 2011.
Le violenze, che si sono aggiunte alle rivolte interne già in corso, sono scoppiate in seguito ad un tentativo di golpe, poi fallito, ai danni dell’attuale presidente Salva Kiir, orchestrato da quello che fino al 23 luglio era il suo vice, Riek Machar, poi decaduto in seguito ad un rimpasto di governo che ha avuto però tutto l’aspetto di una purga contro i possibili rivali politici.
Il 15 dicembre infatti, comparti della Guardia Repubblicana sudsudanese vicini a Machar, hanno attaccato alcune postazioni militari ed occupato luoghi strategici della capitale e di altre città, come Bor, ma sono stati in seguito respinti dalle forze fedeli a Kiir; sia Machar che Kiir erano infatti influenti generali del Sudan People’s Liberation Army (Spla), formazione ribelle che prima combatteva per l’indipendenza del Sud Sudan da Khartoum e che oggi è l’esercito regolare di Juba, fatto questo che non ha però messo fine alle divisioni interne tra comparti fedeli all’uno o all’altro dei due comandanti e che, come tali, spesso ubbidiscono agli ordini del loro leader e non a quelli del governo centrale.
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Sud Sudan. Juba chiede tregua, ribelli marciano verso Bor; 1000 morti e 120mila profughi
Creato il 29 dicembre 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniPossono interessarti anche questi articoli :
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