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Sud Sudan. Unicef, ‘liberati oggi 250 bambini soldato, ma l’arruolamento è continuo’

Creato il 22 marzo 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

bambini_soldatodi Giacomo Dolzani

Secondo un comunicato rilasciato dall’Unicef, l’agenzia delle Nazioni unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai minori ed alle loro famiglie nelle zone più disagiate del mondo, oltre 250 bambini soldato sono stati rimessi in libertà nella giornata di oggi in Sud Sudan.
Il rilascio, secondo quanto dichiarato dall’organizzazione, è avvenuto in seguito ad un accordo raggiunto tra il governo sudsudanese e la Cobra Faction, uno dei tanti gruppi ribelli che combattono contro le truppe regolari di Juba.
L’Unicef sta infatti lavorando in collaborazione con il National Disarmament, Demobilization and Reintegration Commission (Nddrc), un’agenzia del governo sudsudanese volta al disarmo ed alla reintegrazione nella società dei civili coinvolti come parte attiva nei combattimenti, per raggiungere accordi con le fazioni minori.
Questi gruppi sono infatti in lotta tra loro con il fine di ritagliarsi un loro spazio di potere, aggravando ulteriormente gli effetti del conflitto tra le truppe ribelli dell’ex vicepresidente e generale Riek Machar e le forze governative del presidente Salva Kiir, che combattono una guerra civile la quale sta insanguinando il giovane paese dal dicembre 2013, giorno del fallito colpo di stato che ha dato inizio al conflitto.
Il rilascio odierno è avvenuto nel villaggio di Lekuangole, nello stato orientale dello Jonglei. Per l’occasione si è tenuta una cerimonia simbolica in cui i bambini sono stati spogliati di armi ed uniformi militari e rivestiti con abiti civili; ora si cercherà, secondo quanto affermato da Jonathan Veitch, responsabile dell’Unicef per il Sud Sudan, per quanto possibile di rintracciare le loro famiglie.
Nonostante il risultato, Veitch ha però espresso la propria preoccupazione per il proseguire dei combattimenti e, sopèrattutto, per il continuo arruolamento di minori in altre regioni del paese, come nello stato settentrionale dell’Alto Nilo, dove ad applicare questa pratica sono anche le stesse forze governative.

da Notizie Geopolitiche



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