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Sudan. Cpi: stop procedimento contro Bashir. Bensouda, ‘inutile proseguire’

Creato il 14 dicembre 2014 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

al-bashir-omardi Giacomo Dolzani

La Corte Penale Internazionale (Cpi) ha deciso di sospendere il processo contro Omar al-Bashir, il settantenne presidente del Sudan, alla guida del paese dal 1989 ed imputato per crimini contro l’umanità in relazione al genocidio compiuto nel Darfur, provincia situata nella parte occidentale del paese africano; secondo le accuse infatti Bashir avrebbe armato e finanziato gruppi armati islamisti, oltre che i contadini locali di religione musulmana, con il fine di compiere una pulizia etnica ai danni della popolazione appartenente alle tribù autoctone, consentendo a Khartoum di esercitare un maggiore controllo sulle risorse minerarie di cui è ricca quell’area. Secondo i dati forniti dall’Onu, l’ultima guerra che ha coinvolto la regione e che è scoppiata nel 2003, ha causato oltre 300.000 vittime ed obbligato circa 2 milioni di persone a lasciare le proprie case per sfuggire alle violenze.
A causa di questo procedimento, al presidente sudanese, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale, era stata negata anche l’autorizzazione a presenziare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 24 settembre 2013, obbligando la delegazione di Khartoum a presentarsi al Palazzo di Vetro senza il proprio leader.
La Cpi aveva messo sotto accusa Bashir già dal 2009 ma le pressioni del Consiglio di Sicurezza Onu, secondo la procuratrice del tribunale, Fatou Bensouda, non sarebbero sufficienti per giungere al suo arresto e quindi, se la situazione rimarrà questa, “meglio dedicare tempo e risorse per risolvere altre questioni”.
Il presidente sudanese, dal canto suo, ha esternato tutta la sua soddisfazione per questa decisione, definendo il tribunale “uno strumento con il quale si è cercato di umiliare e soggiogare il Sudan”.

da Notizie Geopolitiche



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